DOSSIER: Il Salone dei Mesi

   dossier l'opera 

Francesco del Cossa, Ercole de’ Roberti

IL SALONE DEI MESI

  • 1469-1470
  • affreschi
  • Ferrara, Palazzo Schifanoia


    Francesco del CossaMese di Marzo, 1470 ca., affresco, 500x320 cm. Ferrara, Palazzo Schifanoia, Salone dei Mesi.

    Ercole de' Roberti, Mese di Settembre, particolare della fascia superiore, 1470 ca., affresco. Ferrara, Palazzo Schifanoia, Salone dei Mesi.    

    Il tempo e il luogo

    La palazzina di Schifanoia, luogo di divertimento e delizie per la corte, come suggerisce il nome stesso (letteralmente "che schiva la noia"), fu eretta per volere di Alberto V d'Este (1385) sul modello di una villa suburbana dell'antica Roma. Il palazzo fu trasformato e ampliato da Borso d'Este: la sua investitura come duca di Ferrara fu l'occasione per commissionare nel 1469 il ciclo di affreschi del Salone dei Mesi, uno dei complessi pittorici parietali a carattere profano più importanti del Quattrocento italiano, a cui parteciparono collettivamente i migliori pittori della scuola ferrarese, tra cui Ercole de' Roberti Francesco del Cossa. Il folto gruppo di pittori e dei loro aiuti realizzò gli affreschi in pochissimi mesi, tra il 1469 e il 1470, in modo che la decorazione fosse pronta per l'investitura, programmata nel 1471. Con la fine della dinastia ferrarese nel 1598, il palazzo cambiò più volte funzione: gli affreschi, che non rispondevano più al gusto moderno, furono coperti da uno strato di intonaco, e riportati alla luce, con perdite e lacune, solo a partire dal 1918.    

    La descrizione e lo stile

    La decorazione riprende il tema, carissimo al gusto del Gotico internazionale, del "ciclo dei mesi", in cui alle personificazioni dei mesi dell'anno corrispondono i segni zodiacali e allegorie con le attività lavorative correlate. Ci sono pervenuti solo i mesi da Marzo a Settembre, leggibili in senso antiorario.    
    Si tratta di un ciclo complesso, non sempre di facile lettura per la molteplicità di rimandi: la decorazione fu probabilmente orchestrata da Pellegrino Prisciani, astronomo, astrologo e bibliotecario di corte.    
    Ogni mese è diviso in tre fasce orizzontali. In alto si trova il Trionfo della divinità protettrice del mese, ispirato alle scene di trionfo classico rilette in chiave umanistica. Nella fascia centrale sono raffigurati i segni zodiacali, immediatamente riconoscibili, affiancati da figure allegoriche di più complessa interpretazione; si tratta probabilmente dei Decani, misteriose figure astrologiche presenti nei testi dell'antico Egitto, conosciuti in Occidente grazie alle traduzioni arabe e simboleggianti ciascuno una decade del mese, ossia un periodo di dieci giorni. Nella parte inferiore sono infine Scene della vita e del governo di Borso d'Este, celebrazione del duca e dei suoi ideali politici di giustizia e rettitudine: sono ambientate in ampi scenari prospettici ricchi di rimandi alla classicità, che si aprono su luminosi paesaggi con scene di vita contadina.
    Nel Mese di Marzo la luce chiara di Francesco del Cossa deriva ancora una volta dalla fondamentale lezione di Piero della Francesca: questo chiaro impianto luministico e prospettico contrasta con i contorni guizzanti e frastagliati delle stoffe e delle rocce, tipiche del gusto ferrarese. Il Mese di Settembre rappresenta lo straordinario esordio pittorico di un giovanissimo Ercole de' Roberti, tra il mostruoso e l'allucinato.

    Dossier Arte - volume 2
    Dossier Arte - volume 2
    Dal Quattrocento al Rococò