Dossier Arte - volume 1 

5 La Grecia arcaica (27-28) sorge in posizione elevata, su un promontorio che dà sul mare, ed è dedicato ad Atena Aph ia (Aph ia era una divinità locale il cui culto fu assimilato a quello della dea Atena). Si tratta di un tempio periptero che sorge su una crepidine a tre gradini; la peristasi è composta da sei colonne in facciata e dodici sul lato lungo. Le colonne, in calcare locale, sono più sottili e slanciate rispetto ai primi esempi del dorico arcaico e mostrano un evoluzione della tecnica verso soluzioni più armoniose, anche se erano leggermente rivestite da uno stucco chiaro che ne definiva con maggiore nettezza gli spigoli delle scanalature. I capitelli, con abaco ed echino, sostengono una trabeazione in cui si conservano sia la scansione di metope e triglifi sia gli elementi più piccoli come mutuli e gutte. La cella, dove si trovava la statua di Atena, ha una pianta classica con pronao e opistodomo (destinato in genere a contenere oggetti offerti in dono alla divinità) speculari con le due colonne tra le ante. Nonostante lo spazio sia ristretto, la cella è divisa in tre navate da due file di cinque colonne, a cui si somma un secondo ordine di colonne più piccole a reggere la copertura (non conservata). Questa sorta di secondo piano, che sarà ripreso da esempi successivi, aveva una funzione puramente decorativa, creando probabilmente una sorta di ricca cornice intorno alla statua della dea, posta nella navata centrale. L ordine dorico in Italia Nelle colonie della Magna Grecia, e ancora di più in Sicilia, l applicazione dell ordine dorico presenta caratteri autonomi rispetto a 29. Pianta del Tempio C di Selinunte. 30. Tempio C, 540 a.C. ca. Selinunte (Trapani). 92 quelli della madrepatria. I templi sono solitamente più imponenti, con una pianta più allungata e una cella arretrata verso il fondo, in modo da accentuare la profondità del pronao, che presenta una doppia fila di colonne. L opistodomo è assente e sostituito spesso da un dyton (letteralmente inaccessibile ), un ambiente realizzato sul fondo della cella e privo di apertura verso l esterno (forse spia di caratteristiche autonome anche nella ritualità di questi territori occidentali). „ Tempio C di Selinunte Il Tempio di Selinunte (colonia greca sulla costa sudoccidentale della Sicilia), noto come Tempio C e probabilmente dedicato ad Apollo (29-30), è datato intorno alla metà del VI secolo a.C. circa e mostra molto bene l indipendenza e la libertà dell applicazione delle norme costruttive nel dorico siciliano. Oggi restano 39 colonne, di cui 14 sono state rialzate negli anni Venti del Novecento, che danno un immagine suggestiva della grandiosità delle dimensioni dell edificio. La pianta del tempio mostra una cella molto allungata con dyton sul fondo e pronao introdotto da due file di colonne. La peristasi, di 6 colonne sul lato breve e 17 su quello lungo, crea intorno alla cella una larga galleria, disponendosi dunque con maggiore libertà lungo il perimetro; sia il diametro delle colonne sia l intercolumnio (lo spazio che intercorre tra due colonne) variano in base alla collocazione. Tutto ciò manifesta lo sviluppo di tendenze autonome dell ordine in queste zone periferiche, con un evidente diminuzione del rigore a vantaggio di una maggiore libertà creativa e della fantasia.

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Dalla Preistoria al Gotico