Dossier Arte - volume 1 

Lanfranco, Duomo, 1099-1106. Modena. All esterno il sistema di arcate, che parte dall abside, prima zona edificata, e prosegue sui fianchi e sulla facciata, riprende la stessa scansione ritmica dell interno. Sulla navata centrale si affaccia il triforio, sovrastato dalle finestre del claristorio, secondo una ripartizione verticale che richiama modelli d Oltralpe. Il Duomo di Modena L attuale aspetto del Duomo di Modena, dedicato a san Geminiano, risale agli inizi del XII secolo, con alcuni rimaneggiamenti di epoche successive. La costruzione inizia nel 1099, grazie soprattutto all impegno dei cittadini, che sostituiscono in questa impresa caso unico in Italia il vescovo, la cui sede è, negli anni dello scontro tra Papato e Impero, vacante. La storia ci è stata tramandata da un codice degli inizi del XIII secolo, la Relatio de innovatione ecclesie Sancti Geminiani, che sulla base di fonti più antiche racconta le fasi dei lavori: dalla scelta da parte dei modenesi dell architetto Lanfranco, forse comasco, fino alla traslazione del corpo del santo patrono, Geminiano, nel 1106; a Lanfranco, «mirabile artefice, magistrale costruttore , tocca l onore di riesumare, insieme al vescovo Bonsignore di Reggio, l urna con le reliquie del santo da trasferire nella nuova cripta, cosa che fa pensare che a questa data il cantiere fosse in fase conclusiva. Di Lanfranco, «principale e supremo artefice di tanta ardua impresa , non si sa altro, a parte quanto è scritto su una lapide nell abside, fatta incidere dal canoni- co Aimone ai tempi dei lavori, che lo dichiara «famoso per ingegno, dotto e abile, supremo fautore di quest opera, rettore e maestro . L idea originaria di Lanfranco era quella di creare un edificio in cui le strutture esterne fossero in stretto rapporto con quelle interne, come si nota ancora oggi nonostante i rifacimenti che hanno interessato soprattutto il fianco settentrionale dell edificio. Agli inizi del XIII secolo risalgono invece il rosone in facciata e i portali laterali, modifiche che causarono lo spostamento di alcuni rilievi concepiti dallo scultore Wiligelmo ( p. 370), che dovette lavorare quasi in contemporanea con Lanfranco. L edificio è realizzato in pietra, con importanti inserti di marmi antichi, recuperati con chiaro intento simbolico da una vicina necropoli romana. A differenza di Parma, la facciata, più complessa, non è a capanna ma a salienti, ed è tripartita da robusti contrafforti (rinforzi in muratura). Lo stesso ritmo tripartito si trova anche nelle logge percorribili, che si sviluppano su tutta la superficie esterna. Analoga alla vicina città emiliana è invece la struttura del portale strombato, preceduto da un protiro a due piani retto da leoni stilofori. 347

Dossier Arte - volume 1 
Dossier Arte - volume 1 
Dalla Preistoria al Gotico