Dossier Arte - volume 1 

1 La Preistoria Le Veneri steatopigie Le raffigurazioni femminili più frequenti nella Preistoria, però, sono quelle caratterizzate da attributi sessuali molto pronunciati, ritratti con un certo realismo, e da esagerate dimensioni della zona del bacino. per questo motivo che vengono definite Veneri steatopigie, cioè dalle grosse natiche (dal greco stéar, grasso , e pugé, natiche ), o più comunemente Veneri della Preistoria, dal nome della dea romana della bellezza e dell amore, Venere (Afrodite, per i Greci). In realtà queste piccole figure non rappresentano tanto un idea astratta di bellezza, quanto piuttosto l incarnazione dell immagine materna la dea madre , simbolo di prosperità e di fecondità. L esemplare più famoso è la Venere di Willendorf. Fra i più antichi esemplari di questa serie, spicca anche la Venere di Lespugue (12), che secondo il paleoantropologo Ian Tattersall (1945) sarebbe il risultato della lavorazione di una pietra da forgiare come utensile. Nella statuetta risultano particolarmente evidenti l ipertrofia della zona del bacino e le ridotte dimensioni del resto del corpo, che conferiscono all oggetto la caratteristica forma a losanga. Lo stesso tipo di donna dalle forme esasperate si trova anche nelle sagome incise, come quella della Grotta di Cussac (13), il cui profilo, formato da una linea netta ed essenziale, sottolinea il seno e la prominenza del ventre. Su un blocco di calcare, invece, è ritratta frontalmente, a bassorilievo, la Venere di Laussel (14). Il volto è appena abbozzato ma i seni e i fianchi sono particolarmente accentuati. Il bassorilievo presenta tracce di ocra rossa, colore forse allusivo al sangue che nelle culture tribali, ancora oggi, indica la riproduzione. Allo stesso concetto rimanda anche il corno, simbolo di fecondità, retto nella mano destra. Nello stesso sito in cui venne rinvenuta la Venere sono state trovate altre rappresentazioni: di particolare interesse sono alcune teste di cavallo e una scena di parto, che porterebbero a far ritenere il luogo adibito al culto della fertilità e a riti dedicati alla procreazione. 12. Venere di Lespugue, 27 000 anni fa ca. (Gravettiano), osso di mammut, h 14,7 cm. Parigi, Musée de l Homme. Dalla Grotta des Rideaux, Lespugue (Alta Garonna, Francia). 13. Profilo di nudo femminile, 25 000-20 000 anni fa ca. (Gravettiano), incisione. Grotta di Cussac (Dordogna, Francia). 18 14. Venere di Laussel, 20 000 anni fa ca. (Gravettiano), bassorilievo su pietra calcarea, h 46 cm. Bordeaux, Musée d Aquitaine. Dal riparo di Laussel (Dordogna, Francia).

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Dossier Arte - volume 1 
Dalla Preistoria al Gotico