FOCUS: Le tecniche pittoriche primitive

1 La Preistoria „ Grotta di Altamira Anche il riconoscimento delle pitture di Altamira incontra delle difficoltà. Nel 1879 un archeologo dilettante s imbatte nel ciclo pittorico della Grotta di Altamira (9), nella Cordigliera cantabrica (Spagna), ma le incisioni e le pitture non vengono considerate antiche a causa del loro eccezionale stato di conservazione e della loro qualità tecnica: le immagini di animali sono estremamente realistiche, i colori vivaci e stesi con sapienza, sfruttando sporgenze e imperfezioni delle pareti (8). Solo quindici anni dopo, grazie al confronto con ritrovamenti analoghi, viene definitivamente fugato ogni dubbio sulla loro autenticità. Da quel momento molti studiosi si dedicano all analisi delle pitture in grotta e di quelle ancora visibili su massi esterni, più rare e deteriorate dalle intemperie. 8. Cerva in corsa, 16 000-13 000 anni fa ca. (Magdaleniano), pittura rupestre. Altamira (Cantabria, Spagna). 7 3 1 2 7 8 4 6 9. Pianta della Grotta di Altamira con la localizzazione delle pitture. 1 Incisioni di cerve 2 Maschere 3 Incisioni di cavallo e bisonti 4 Disegno di cervi e capre 5 Disegno di bisonte 6 Sala dei policromi 7 Scale costruite per la visita alla grotta 8 Entrata 5 LE TECNICHE PITTORICHE PRIMITIVE Le pitture della Grotta Chauvet attestano l uso di tecniche impiegate anche in altri siti. Dapprima l artista incide o dipinge la linea di contorno della figura. Nel secondo caso, i contorni vengono tracciati con carboncino nero, ottenuto bruciando pezzi di legna, o con minerali (ossido di manganese). All interno della figura così ottenuta viene poi steso il colore, ricavato dall ocra, con una sorta di pennello realizzato con peli di animali o penne di volatili; oppure, più semplicemente, si usano i polpastrelli delle dita, di cui sono state trovate numerose tracce. 16 Per le impronte di mani, e talvolta di piedi, sono state identificate due tecniche differenti, a seconda che l immagine risulti in positivo o in negativo. Nel primo caso, la mano imbrattata di pittura viene appoggiata sulla roccia, lasciando un impronta; nel secondo l effetto è ottenuto insufflando sulla mano, attraverso una cannula, i pigmenti gialli, rossi o neri. In alcuni casi i contorni sono anche riempiti con una tinta piatta e uniforme. I Cro-Magnon sfruttano spesso le imperfezioni della parete: sporgenze e fessure contribuiscono a dare una forma più verosimile alle figure, talvolta ricreando il senso del rilievo Impronta di mano in negativo, 22 000-18 000 anni fa, pigmento nero. Grotta di Pech-Merle (Lot, Francia). o dando un idea di profondità dello spazio. Perfino i solchi rotondeggianti delle gocce d acqua colate sulla roccia sono sfruttati per raffigurare gli occhi dell animale.

Dossier Arte - volume 1 
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Dalla Preistoria al Gotico