Dossier Arte - volume 1 

L arte ellenistica Il rinnovamento urbanistico quartieri reali Via Co lon na ta „ Serapide Una delle strutture architettoniche più importanti di Alessandria era il Serapèo, il massimo tempio della città, dedicato al dio Serapide, il cui culto era stato istituito da Tolomeo I per unificare elementi provenienti dalla religione greca e da quella egizia. Il sovrano aveva inoltre commissionato per il Serapeo una statua del dio dalle dimensioni colossali. Secondo le fonti, l opera (realizzata da Briasside, uno degli artisti che avevano lavorato al Mausoleo di Alicarnasso) era ricoperta di metalli e pietre preziose, e colorata in tonalità bluastre per sottolinearne la natura infernale, che la divinità aveva forse mutuato da Osiride, dio egizio dei morti. Le copie marmoree giunte fino a noi (5) riproducono un Serapide seduto in trono, con la barba e lunghi capelli, assai simile allo Zeus di Fidia. Sul capo è però posto il modio, che era l unità di misura del grano, principale prodotto agricolo dell Egitto, e che, nella raffigurazione di divinità e di antichi faraoni, era simbolo di fertilità. In questo modo la statua mostra un legame con la tradizione greca classica, ma al tempo stesso è il risultato di una commistione tra i tratti tipici delle divinità occidentali e di quelle orientali. Piazza degli scambi Antiochia Antiochia fu fondata nel 300 a.C. sul fiume Oronte, in Siria, da Seleuco I in onore del padre Antioco. Nel II secolo a.C. la città diviene la capitale del Regno seleucide, esteso dall Asia Minore al fiume Indo. Strutturata, secondo lo schema ippodameo, in quartieri regolari definiti dall incrocio di assi perpendicolari tra loro e con l isolamento della zona destinata ai sovrani, era attraversata dalla celebre Via Colonnata (6). Questa via, delimitata da una doppia fila di colonne, costituiva il percorso cittadino della via carovaniera, che arrivava da Oriente e portava alla costa. „ Tyche di Antiochia Per celebrare la fondazione di Antiochia era stata commissionata a Eutichide di Sicione, allievo di Lisippo, la realizzazione di un effigie in grado di rappresentare la città. La statua originale in bronzo era alta cinque volte il naturale, mentre le numerose copie marmoree giunte fino a noi (7) sono di dimensioni decisamente più ridotte. L artista prese a modello la figura della dea Tyche (la dea Fortuna dei Romani), elaborandola e aggiungendo i caratteri distintivi della città. La dea è seduta su una grande roccia, che rappresenta il monte Silpio, e poggia il piede destro sulla spalla di un giovane intento a nuotare che simboleggia il fiume Oronte; la mano destra regge le messi, simbolo di fertilità, mentre la testa porta la corona turrita, simbolo della città. La torsione della figura, drappeggiata in un lungo mantello, è resa evidente dall accavallarsi delle gambe. Pergamo e la dinastia degli Attalidi Diversamente da Alessandria e da Antiochia, Pergamo (nell attuale Turchia) non venne fondata ex novo in epoca ellenistica, ma esisteva già da secoli prima che Lisimaco, diadoco di Alessandro, la eleggesse a roccaforte per custodirvi il suo tesoro, affidato alla sorveglianza di Filetero. La città era facilmente difendibile perché arroccata su un massiccio montuoso; ciò nonostante, in quell occasione l acropoli venne adeguatamente fortificata. 6. Pianta di Antiochia (Siria). 7. Tyche di Antiochia, copia romana da originale in bronzo di Eutichide (297 a.C. ca.), marmo, h 96 cm. Città del Vaticano, Musei Vaticani. 155

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Dalla Preistoria al Gotico