Dossier Arte - volume 1 

    5.  LA GRECIA ARCAICA >> Le origini dell'arte greca

Lo stile Orientalizzante

Durante il VII secolo a.C. il mondo ellenico è pervaso da un forte influsso culturale proveniente dall'Oriente. L'affermazione di un nuovo gusto è favorita dalla circolazione di prodotti mediorientali, che giungono in Grecia grazie innanzitutto all'aumento degli scambi commerciali e dei contatti con i Fenici, dominatori delle vie marittime e tramite con l'Oriente, ma grazie anche alla prosperità delle città greche dell'Asia Minore, punto di arrivo delle vie carovaniere. Contribuiscono a questo rinnovamento anche la fondazione di nuove colonie – dal mar Nero al delta del Nilo (Naucrati) – e i contatti con i regni orientali di Frigia, Siria e Armenia.
La fase stilistica propria di questo secolo, detta Orientalizzante, è dunque caratterizzata dalla forte influenza di motivi decorativi di origine orientale: animali esotici o fantastici e mostri arrivano in un Occidente ancora legato al rigido razionalismo del Geometrico. Nella decorazione della ceramica cominciano a comparire sfingi, grifoni, sirene che riempiono le fasce del vaso ripetendo spesso la stessa posizione e alternandosi a elementi decorativi sia geometrici sia vegetali (rosette, palmette e loto).
Continua a prevalere il senso dell'ornato, del decorativismo e della ripetitività, ma aumentano le scene narrative, tratte dal mito e dalla sfera militare, e compare l'uso dei colori rosso e bianco.
Le forme più diffuse sono le brocche (oinochóai e ólpai) e i piccoli vasi da toeletta (arýballoi e alábastra), destinati a contenere unguenti e profumi preziosi, dei quali andava aumentando la richiesta. Alcune forme vascolari terminano in pròtomi animali o umane (le protomi sono un elemento decorativo a forma di testa di uomo, animale o creatura fantastica), fattore che traduce anche plasticamente il gusto esotico e ornamentale di questo periodo.

Il primato di Corinto nella produzione ceramica

Corinto, massima città commerciale del secolo, diventa protagonista nella produzione ceramica dello stile Orientalizzante, esportando i propri prodotti fino al Mediterraneo occidentale e influenzando le officine ceramiche delle altre regioni greche. I vasai corinzi si specializzano soprattutto nella produzione di piccoli vasi usati per contenere profumi, facilmente trasportabili, a differenza di quelli di grandi dimensioni prodotti in Attica. Corinto deterrà il primato delle esportazioni fino alla fine del VI secolo a.C., quando Atene, sviluppando e affinando la tecnica a figure nere, tornerà ad avere un ruolo egemone.

Olpe corinzia al Louvre

Tra i tanti esempi della produzione di stile Orientalizzante con fregi sovrapposti vi è l'olpe del Louvre prodotta a Corinto nella seconda metà del VII secolo (7). Si tratta di un vaso di derivazione metallica, come attestano le "rotelle" all'attacco dell'ansa sulla bocca del vaso . Sul corpo si alternano animali autoctoni, quali stambecchi e tori, esemplari esotici, come leoni e pantere (caratterizzate dal muso reso frontalmente), e infine sfingiRosette a puntini riempiono gli spazi vuoti e decorano il collo del vaso.

Olpe Chigi

Verso la metà del VII secolo a.C. vengono introdotti episodi eroici e le rappresentazioni orientali di battaglie sono reinterpretate come appartenenti al mito greco. Tra i vari registri decorati sull'Olpe Chigi, che prende il nome dal collezionista, spicca quello sulla spalla (8). Con sapiente maestria il pittore ha rappresentato una serie di soldati in marcia; nella parte centrale si affrontano due gruppi di guerrieri, leggermente sovrapposti: il primo dei quattro provenienti da sinistra mostra interamente il corpo e l'impugnatura dello scudo; i cinque guerrieri che vengono da destra sono quasi completamente coperti dallo scudo e ne mostrano l'epísemon (in greco "stemma", "emblema", da epí, "sopra", e  séma, "segno"). A sinistra è visibile un suonatore di doppio flauto (aulós), che con il suono del suo strumento scandisce la marcia dei soldati.

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Dalla Preistoria al Gotico