Il tempo e il luogo
L'anfora 804 del Museo Archeologico Nazionale di Atene, databile al 750 a.C. circa, è certamente il vaso di stile Geometrico più celebre ed è anche un assoluto capolavoro di precisione e abilità tecnica. Come suggeriscono le dimensioni (è alta più di un metro e mezzo) e il soggetto, una scena di esposizione sul letto funebre ( próthesis) di una figura femminile, il vaso aveva la funzione di segnacolo per una tomba a incinerazione della necropoli del Dípylon, ad Atene, dove è stata rinvenuta.
La descrizione e lo stile
Ciò che colpisce immediatamente l’attenzione è la successione serrata delle 65 fasce decorative: è stato calcolato che, per decorarla, siano state date più di centomila pennellate, poste con estrema regolarità e senza ripensamenti. La forma del vaso segue calcoli esatti: il corpo ovale è alto il doppio del collo, il diametro massimo è esattamente a metà dell’altezza, dove sono attaccate le anse. Inoltre, le proporzioni delle fasce decorative sono tutte multiple di un’unità di misura calcolata come base. Al rigore trasmesso dai motivi ornamentali di tipo geometrico corrisponde dunque quello della forma, a dimostrazione di un nuovo senso estetico, sensibile ai princìpi dell’armonia e dell’ordine.Le fasce decorative, separate da linee di vernice nera su fondo chiaro, alternano motivi tipici di questa fase stilistica: punti, rombi, zigzag e meandri, fino ad arrivare alla scena principale, posta in una metopa tra le due anse. La scena di próthesis ritrae la salma di una donna, riconoscibile dal lungo abito femminile, distesa al centro su un letto funebre, dietro al quale si vede un telo a riquadri o forse, raffigurata schematicamente, la pira di legna su cui erano cremati i corpi. Ai lati si vedono quattordici figure in piedi, sette per lato, rappresentate come silhouette, con corpo triangolare, gambe di profilo (si tratta probabilmente di uomini) e braccia piegate ad angolo con le mani portate alla testa, in segno di doloroso compianto. La prima figura della fila di destra ha dimensioni minori, che inducono a ritenere che si tratti di un bambino, forse il figlio della defunta. Le quattro figure che appaiono sotto il letto – due femminili inginocchiate a sinistra e due maschili sedute a destra – sono probabilmente da considerare dietro il letto, con una resa dello spazio schiacciata e priva di profondità.
Sul collo dell’anfora, due fasce ospitano invece una serie di antilopi in successione: quelle in alto colte nell’atto di brucare, e quelle nella fascia collocata nel punto di connessione tra collo e spalla del vaso mentre voltano indietro la testa; nelle raffigurazioni prevalgono l’astrazione, la ripetizione e lo schematismo e non traspare alcun gusto naturalistico.