L’architettura civile

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L’architettura civile

Le innovazioni tecniche dell’architettura romanica religiosa (murature più spesse e regolari, uso delle volte per coprire vasti spazi) caratterizzano anche l’architettura civile: purtroppo però, mentre una parte consistente degli edifici sacri è giunta fino a noi, pur con le trasformazioni cui sono stati soggetti nel corso dei secoli, le abitazioni sono spesso scomparse.

Castelli e rocche

Fuori dalle città, i castelli e le rocche, destinati in origine alla difesa dei confini e delle vie di comunicazione, si ampliano assumendo sempre più l’aspetto di vere e proprie cittadelle fortificate, intorno alle quali si estendono i vasti possedimenti terrieri della nobiltà feudale. Questi edifici assumono così diverse funzioni: sono, allo stesso tempo, residenza della famiglia e della servitù, baluardo militare e centro di potere amministrativo e territoriale. A partire dal XVI secolo, quando l’uso delle armi da fuoco ne rende obsoleti i sistemi difensivi, essi perdono la funzione strategica di controllo del territorio e vengono in larga parte dismessi. Si sono conservate fino a oggi solo alcune delle monumentali fortificazioni normanne: la White Tower (1077-1097) (57), all’interno del complesso della Torre di Londra, è uno dei più antichi esempi, tra quelli pervenutici, di colossali edifici in pietra, che si diffusero poi in tutti i territori normanni e in Europa continentale. La White Tower fu voluta da Guglielmo il Conquistatore in un luogo strategico entro le mura romane di Londra e presso il Tamigi, da dove si poteva controllare l’accesso alla città sia dal fiume sia dalla campagna.
Usata poi a lungo come prigione, era stata in realtà costruita come alloggio per la famiglia reale, e la sua importanza è ancora più notevole se si considera come all’epoca della conquista normanna le case in pietra fossero ben rare. Con una base quadrangolare di circa 34 metri per lato, alta tre piani e con pareti spesse oltre tre metri, la torre è costruita con pietra calcarea bianca portata via mare da Caen (Normandia), a sottolineare, anche con questo trasferimento di materiale, la nuova presenza dei conquistatori sulla scena inglese.

La rinascita delle città

A partire dall’XI secolo, nell’ambito della grande ripresa urbana che interessa soprattutto l’Italia ed è legata al rifiorire delle attività artigianali e commerciali, molte città si costituiscono come centri di potere autonomo e autogoverno urbano: nascono i primi comuni e, parallelamente, le Repubbliche marinare di Amalfi, Venezia, Pisa e Genova.
Nella rinascita medievale delle città, l’antico schema romano è interpretato liberamente, secondo le esigenze di una società radicalmente cambiata: la struttura urbana, che si allontana dall’ordinato reticolato classico, riflette le esigenze di una comunità più stratificata e variegata.
Distruzioni analoghe a quelle subite dai castelli interessano molte delle fortificazioni urbane medievali, abbattute sia per esigenze di ampliamento dello spazio cittadino, sia perché le nuove tecniche di combattimento con l’artiglieria pesante rendono necessaria la costruzione di strutture più solide. Tra gli esempi superstiti di fortificazioni romaniche sopravvivono – come un grandioso monumento della Spagna cristiana impegnata nella Reconquista – le monumentali mura di Ávila, in Spagna, iniziate nel 1090, che si estendono tutt’oggi per un perimetro di oltre 3 chilometri, con nove porte cittadine e ben 86 torri semicilindriche a distanza regolare (58)
 L’interno delle città medievali era organizzato intorno al centro religioso della cattedrale e alle prime strutture di palazzo civico per il governo cittadino. La tipologia più frequente nell’edilizia civile era quella delle abitazioni fortificate o case-torri, residenze in cui abitava tutto il clan familiare e in cui l’altezza manifestava visivamente la sua potenza. Nel corso delle lotte civili che dilaniarono i primi nuclei cittadini, le case-torri venivano rase al suolo o semplicemente "abbassate" per segnalare la sconfitta politica della famiglia che vi risiedeva. A una tipologia più antica di torre a base circolare, ripresa dalle fortificazioni murarie romane, nel periodo romanico si sostituì quella a base quadrata o rettangolare. Gli edifici si sviluppavano soprattutto in altezza, arrivando a sfiorare i 100 metri, come nel caso della Torre degli Asinelli a Bologna (59); l’altezza infatti, oltre che misura del prestigio e della ricchezza dei proprietari, era un funzionale strumento difensivo. Per rendere possibile un tale sviluppo, si ispessiva la muratura alla base fino a più di 2 metri. Un esempio straordinariamente conservato di insieme di torri medievali, che copre un arco cronologico che va dall’XI al XIV secolo, è la cittadina di San Gimignano, in Toscana, dove sono ancora oggi presenti, pur se scapitozzati, ossia mozzati alla sommità, sedici maestosi esemplari, gli unici superstiti delle più di settanta torri documentate dalle fonti (60). San Gimignano era un ricco centro commerciale, dedito alla produzione di olio e zafferano, e tappa importante lungo la via Francigena, che collegava le tre principali mete del pellegrinaggio cristiano: Santiago, Roma e Gerusalemme.

Dossier Arte - volume 1 
Dossier Arte - volume 1 
Dalla Preistoria al Gotico