9.  ROMA REPUBBLICANA


Acquedotto romano di Pont-du-Gard, I secolo a.C., Francia.

L'EPOCA E LE IDEE


Dalle origini alla Repubblica

Le origini di Roma, secondo la tradizione, risalgono a Romolo, che l’avrebbe fondata nel 753 a.C. Gli scavi archeologici sembrano confermare che Roma nacque nell’VIII secolo a.C., presso un guado del Tevere all’altezza dell’isola Tiberina, in un punto di passaggio tra i territori occupati dalle popolazioni italiche degli Etruschi, dei Latini e dei Sabini.
Nella prima parte della sua storia la città è retta dalla monarchia; in questa fase Roma subisce l’egemonia etrusca, che si traduce anche nella successione di tre re etruschi alla sua guida. L’influenza etrusca è importante anche sul piano culturale e religioso. Le divinità romane – Giove, Giunone, Minerva e gli altri dèi maggiori, cui si affiancano numerose divinità minori – sono in gran parte mutuate da quelle etrusche (a loro volta affini a quelle greche). In parte coincidente con il potere politico, la religione romana è essenzialmente pubblica; non manca tuttavia una religiosità privata che si esprime nel culto delle divinità protettrici della casa, i Lari e i Penati, e degli antenati, gli dèi Mani. La celebrazione di questi riti è affidata al pater familias, il capofamiglia, investito di un potere assoluto su tutti gli abitanti della casa.
Nel 509 a.C. la cacciata dell’ultimo re etrusco, Tarquinio il Superbo, segna il passaggio a un ordinamento repubblicano. Da quel momento la città è governata da due consoli, affiancati da alti magistrati e da un’assemblea – il Senato – cui spettano le decisioni più importanti. La vita pubblica è sotto il controllo delle famiglie aristocratiche, i patrizi, ma anche i non nobili e i ceti popolari, i plebei, hanno il diritto di riunirsi in apposite assemblee (i concilia plebis e i comizi tributi, aperti a tutta la popolazione).

L'espansione in Italia e nel Mediterraneo

Una volta consolidato il nuovo sistema politico, Roma inaugura una fase di espansione territoriale che la porta a conquistare, nel corso del IV secolo a.C., quasi tutta la Penisola italica, ai danni di Etruschi, Latini, Umbri e Sanniti e, verso nord, dei Galli Senoni. All’inizio del III secolo a.C., dopo una serie di campagne contro le città della Magna Grecia sostenute da Pirro, re dell’Epiro, Roma afferma il proprio primato anche nel Sud della Penisola.
Il controllo dell’Italia è il preludio di un’espansione ancor più ampia. Con le prime due Guerre puniche (264-241 e 219-202 a.C.), combattute contro la potente città di Cartagine, Roma impone la sua egemonia sul Mediterraneo occidentale. Nel corso del II secolo, poi, Roma estende la sua influenza anche nel Mediterraneo orientale: la Grecia diventa una provincia romana (146 a.C.) e in Asia Minore si crea un sistema di Stati amici con Pergamo e Rodi come principali alleati. Mentre Roma conquista parte del mondo ellenistico, la cultura greca conquista Roma, influenzando sempre più profondamente lo stile di vita delle classi elevate, l’arte, l’architettura e la cultura in genere.

Un secolo di guerre civili

Dall’Oriente affluiscono a Roma enormi ricchezze, oltre a masse di schiavi che determinano la crisi del sistema agricolo della Penisola. Alla piccola proprietà contadina si sostituisce il latifondo, gestito con la manodopera servile. In questo contesto, i fratelli Tiberio e Gaio Gracco, esponenti della fazione dei "popolari" – cioè dei nobili convinti dell’opportunità di attuare riforme in favore della plebe –, promuovono leggi a sostegno degli agricoltori in rovina, ma la violenta opposizione da parte dei possidenti terrieri porta all’assassinio di entrambi (rispettivamente nel 133 e nel 121 a.C.) e all’inizio di un secolo di guerre civili. Ai popolari, che trovano in Gaio Mario il loro principale rappresentante, si contrappone il vecchio partito aristocratico e senatoriale capeggiato da Silla. La situazione è aggravata dalla rivolta degli alleati italici che, con la cosiddetta "guerra sociale" (91-88 a.C.), ottengono i diritti e i privilegi previsti dalla cittadinanza romana. Sono inoltre numerose le ribellioni degli schiavi, tra cui la più celebre è quella di Spartaco (repressa nel 71 a.C.).
Gli scontri intestini continuano nei decenni successivi con le figure emergenti di Crasso, Pompeo e Cesare. Nel 48 a.C. Pompeo è sconfitto e ucciso, mentre Giulio Cesare, nominato dittatore a vita, accentra il potere nelle proprie mani. Il 15 marzo del 44 a.C., tuttavia, Cesare cade vittima di una congiura organizzata dai suoi avversari politici e guidata da Bruto e Cassio. L’eredità politica di Cesare è a questo punto contesa tra Marco Antonio e Ottaviano. Soltanto con la vittoria di quest’ultimo nella battaglia di Azio, nel 31 a.C., ha termine il periodo di guerre civili. Ottaviano rimane unico protagonista della scena politica, aprendo una nuova stagione della storia di Roma.

Dossier Arte - volume 1 
Dossier Arte - volume 1 
Dalla Preistoria al Gotico