I ritratti di Alessandro

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I ritratti di Alessandro

Il ruolo dell’artista di corte al servizio del sovrano, che si svilupperà con l’Ellenismo, è già evidente mentre Alessandro è ancora in vita. Il re macedone si circonda infatti dei più abili artisti dell’epoca, tra cui lo scultore Lisippo e il pittore Apelle, per mettere in atto un autentico programma di promozione della propria immagine.
Della produzione artistica che lo ritrae, esaltandone la figura e le imprese, è rimasto poco. Di Lisippo, come si è visto, conosciamo una piccola copia in bronzo di Alessandro con la lancia. Per ricordare la battaglia contro i Persiani presso il fiume Cranico (334 a.C.), Lisippo creò inoltre un gruppo scultoreo che raffigurava Alessandro insieme ad altri cavalieri. Della figura del sovrano all’interno di tale composizione esistono molte repliche, tra cui il piccolo Alessandro a cavallo in bronzo, rinvenuto a Ercolano (1): la scultura esalta l’immagine di Alessandro guerriero, sul cavallo in corsa e con il braccio alzato, che probabilmente brandiva una lancia rivolta contro il nemico.
Della produzione pittorica realizzata alla corte di Alessandro si ha oggi un’importante testimonianza nei mosaici pavimentali della capitale macedone, Pella. Realizzati con ciottoli di fiume di dimensioni e colori diversi, alcuni tappeti musivi datati alla fine del IV secolo a.C. comprendono immagini di alta qualità. Uno di essi, che raffigura una scena di caccia, per la complessità della composizione e la resa della profondità sembra rimandare a un soggetto pittorico, probabilmente ispirato alla giovinezza di Alessandro (3). Il pannello musivo è firmato da Cnosis e rappresenta due uomini che attaccano un cervo, aiutati da un cane. Il fondo scuro fa emergere le figure dei due cacciatori, le cui muscolature possenti e i drappeggi svolazzanti esprimono capacità pittoriche di alto livello.
Ad Alessandro condottiero si sostituisce presto l’immagine di Alessandro regnante. Le divinità olimpiche dell’arte classica sono prese a modello e rielaborate per raffigurare un monarca assoluto di tipo orientale. Ispirandosi alla statua crisoelefantina di Zeus a Olimpia, opera di Fidia, Apelle realizzò un quadro in cui Alessandro compariva seduto in trono con la folgore in mano. Secondo le fonti, le dita di Alessandro sembravano in rilievo, mentre la folgore dava l’impressione di uscire dal quadro. Un affresco proveniente dalla Casa dei Vettii di Pompei ricorda questa rappresentazione (2).

Dossier Arte - volume 1 
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Dalla Preistoria al Gotico