Il Tardo Classicismo

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Il Tardo Classicismo

Le póleis greche escono stremate dalla guerra del Peloponneso (431-404 a.C.), alla fine della quale Atene, la città simbolo della cultura greca classica, risulta sconfitta. L'arte di Policleto e di Fidia aveva espresso i princìpi e i valori affermatisi dopo la vittoria sui Persiani, vale a dire l'idea della supremazia della cultura greca e la sua ricerca di armonia ed equilibrio; il venir meno del ruolo di Atene come punto di riferimento per tutto il mondo greco, sostituito solo dalle brevi egemonie di Sparta e Tebe, decreta invece la crisi della realtà istituzionale della pólis. Questo clima politico influenza anche l'arte e la cultura: il cosiddetto Tardo Classicismo segna infatti il passaggio dalle certezze dell'arte classica, che esalta la bellezza ideale del corpo atletico virile e la serena imperturbabilità dei volti, a un nuovo gusto estetico, più attento alla realtà contingente e all'espressività, che anticipa lo stile più propriamente ellenistico.

Prassitele, maestro della grazia

La produzione artistica, sia in bronzo sia in marmo, dello scultore ateniese Prassitele, attivo tra il 375 e il 330 a.C., è esemplificativa della nascente attenzione verso nuovi soggetti. Definito "maestro della grazia", Prassitele si concentra sulla rappresentazione di figure adolescenti e femminili, che dimostrano con la sinuosità del corpo la capacità dell'artista di rendere le linee ondulate e i delicati passaggi chiaroscurali. A ciò si collega anche la preferenza accordata da Prassitele al marmo, che egli faceva dipingere da Nicia, un noto pittore del tempo. Questo materiale è infatti più adatto alla morbidezza del modellato, diversamente dal bronzo, che permette una resa più incisiva delle muscolature virili. Tutto ciò, insieme all'abilità tecnica, spiega la grande fortuna di Prassitele, soprattutto in età romana, quando le copie delle sue opere erano molto apprezzate per la decorazione di terme, giardini e ville. Non a caso, ancora oggi, le sculture di Prassitele sono quelle di cui si possiede il maggior numero di copie.
Le divinità rappresentate da Prassitele non sono più maestose e distaccate, ma umanizzate, anche per la scelta del momento in cui sono colte: la rilassatezza dei gesti rappresentati fa sì che l'equilibrio del corpo si sposti e la figura si abbandoni su un lato, tanto che lo scultore sceglie spesso di inserire dei sostegni laterali.

Apollo Sauroctono

Gli aspetti più caratteristici dell'arte di Prassitele sono già evidenti nell'Apollo Sauroctono ("che uccide una lucertola") (48), scultura bronzea di cui restano solo copie marmoree. La statua raffigura un Apollo fanciullo mollemente appoggiato a un tronco d'albero mentre osserva la lucertola che sta per catturare. Siamo ormai lontani dai corpi atletici e perfetti di Policleto: il giovane Apollo, più umano che divino, trasmette fragilità e delicatezza, accentuate dalle linee sinuose del corpo.

Afrodite Cnidia

La stessa originalità dell'atteggiamento trova nell'Afrodite Cnidia (49) la sua massima espressione. La dea è colta in un momento di spontanea umanità, mentre sta per bagnarsi; nel farlo, poggia con la mano sinistra la veste su un vaso. Ciò consente allo scultore di spostare il baricentro della figura, poiché veste e vaso fanno da supporto esterno alla statua, che può così ruotare leggermente in avanti e verso sinistra. In questo modo, la figura acquista una flessuosità completamente nuova, che comunica un'apparente insicurezza. Anche la testa si volge, sempre con moderazione, verso sinistra, mentre la mano destra è portata in avanti, sino a coprire l'inguine (per la prima volta la figura è mostrata completamente nuda), in un gesto di pudicizia che ne fa in realtà avvertire ancora di più la seduzione.

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Hermes con Dioniso fanciullo

Lo schema del sostegno laterale, della sinuosità del giovane corpo e della resa di un'espressività intimista è ripetuto nell'Hermes con Dioniso fanciullo (50), proveniente dal Tempio di Hera a Olimpia e ritenuto da alcuni studiosi un originale. La struttura è costruita sull'inclinazione di tre assi: due paralleli, costituiti dalla testa e dalle gambe, il terzo dal tronco, in direzione obliqua rispetto ai due precedenti . Il tutto trasmette un senso di instabilità e allo stesso tempo di dinamismo. L'uso del marmo accentua le caratteristiche di morbidezza della muscolatura e la delicatezza dei lineamenti del volto.

Dossier Arte - volume 1 
Dossier Arte - volume 1 
Dalla Preistoria al Gotico