Il teatro

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Il teatro

Le pendici meridionali dell’acropoli di Atene ospitavano anche un grande spazio per le rappresentazioni teatrali, il Teatro di Dioniso, edificato nel corso del V secolo a.C.
I teatri sono tra le più affascinanti e meglio conservate testimonianze dell’architettura greca, e più in generale della cultura ellenica. In senso architettonico, il teatro è propriamente il luogo del theáomai, dello "stare a guardare". Sin dalle sue origini, con la nascita della civiltà greca, ha dunque bisogno di due parti, una per lo spettacolo, l’altra per lo spettatore.
Da un semplice spazio pubblico di volta in volta allestito per l’occasione si passa in un primo momento all’uso di strutture mobili, di solito impalcature lignee, e successivamente, durante il V secolo a.C., a uno spazio dedicato appositamente a questa funzione, con strutture fisse, realizzate in pietra.

La struttura e la funzione delle parti del teatro

II teatro greco (45) si articola a partire da un recinto centrale in cui viene rappresentato lo spettacolo: l'orchestra (da orchéomai, "danzare"). Qui si esibisce il coro, il gruppo di artisti che accompagna con la danza i canti dedicati alle divinità. Dal momento che questa danza avviene in circolo, l’orchestra ha una forma circolare. Intorno a questo recinto è disposta la cavea (kóilon) per gli spettatori, un’assise di forma semicircolare a gradoni che sfrutta la pendenza naturale del terreno, permettendo una perfetta visibilità e un’ottima acustica da tutte le posizioni.
Dalla parte opposta dell’orchestra è collocata la skené, o edificio scenico, che crea un luogo appartato dove gli attori cambiano costume e che costituisce una sorta di sfondo fisso, richiamando l’immagine della facciata di un palazzo. All’orchestra si accede tramite due accessi scoperti, le párodoi (singolare párodos), che separano l’edificio scenico dalla cavea.
Nel corso del tempo, il ruolo del coro perde importanza rispetto a quello dei singoli attori. Durante il IV secolo a.C., l’edificio teatrale si adegua a questo cambiamento dando sempre più spazio a una pedana rialzata davanti alla skené, il proskénion, ossia il palcoscenico, dove gli attori si esibiscono. Nel III secolo, inoltre, la skené assume dimensioni sempre maggiori, fino a divenire una facciata monumentale a più piani, con varie porte da cui entrano ed escono gli attori, mentre il palcoscenico tende a invadere l’orchestra.

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Teatro di Epidauro

Tra gli esempi più famosi e meglio conservati di teatro vi è il Teatro di Epidauro (46-47), in Argolide, nel Peloponneso: considerato dagli antichi il più bello e armonioso fra i teatri greci, era anche uno dei più grandi di tutta la Grecia. Fu costruito probabilmente intorno al 350 a.C., sfruttando un pendio naturale vicino al santuario di Asclepio, alle cui feste era dedicato. Presenta la tipica pianta a ventaglio con 55 ordini di sedili, divisi in due zone da un corridoio semicircolare, o diázoma. Le gradinate furono ampliate nel corso del II secolo a.C. per aumentare la capienza del teatro, che arrivò a ospitare fino a 12300 spettatori. Lunghe scalinate dividono la zona inferiore in dodici cunei, ciascuno dei quali è ulteriormente diviso a metà nella zona superiore: una studiata incurvatura favorisce l’acustica, considerata eccezionale dagli antichi e ancora efficace  . L’orchestra è circolare e la scena era caratterizzata da una decorazione a semicolonne di tipo ionico, forse aggiunte in epoca ellenistica.

Dossier Arte - volume 1 
Dossier Arte - volume 1 
Dalla Preistoria al Gotico