Dossier Arte - volume 1 

    5.  LA GRECIA ARCAICA >> Le origini dell'arte greca

Frontone di un tempio dell'Acropoli di Atene

Dalla colmata persiana proviene anche un frontone in pietra tenera di un tempio dorico dell'Acropoli di Atene (43) databile intorno al 565 a.C., forse quello di Atena Poliàs. A sinistra è raffigurato Eracle in lotta con Tritone, dalla coda serpentiforme che si allunga riempiendo l'estremità più bassa del frontone. A destra li osserva un mostro a tre corpi, forse Nereo, chiamato "Barbablù" per le tracce di colore ancora visibili (44). Il possente mostro tricorpore testimonia l'attenzione dell'artista sia per il dettaglio calligrafico e policromo, sia per l'esuberanza volumetrica. Nell'esaltazione della policromia, nelle code attorcigliate e nei muscoli vigorosi, si coglie la vitalità, l'esuberanza e la monumentalità della plastica attica della prima metà del VI secolo, in fase di affinamento stilistico.

La decorazione del fregio: le metope

Anche la fattura e la decorazione delle metope del fregio dorico subiscono un’evoluzione durante l’Età Arcaica. Dipinte in origine su terracotta, le metope vengono successivamente realizzate in calcare e, infine, in marmo scolpito in rilievo.
Il motivo figurato, che deve riempire armonicamente lo spazio quadrangolare come se fosse un piccolo quadro in sé compiuto, è inizialmente rappresentato da soggetti dal valore apotropaico, come le gorgoni, le sfingi e le chimere; in una seconda fase prevalgono invece i soggetti mitologici (45), dapprima variamente raffigurati nelle singole metope, in seguito ispirati a un solo tema, scelta che contribuisce a conferire un unico ritmo compositivo all’interno dello stesso fregio.

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Dalla Preistoria al Gotico