SPERIMENTIAMO: Osserviamo la cellula vegetale

 Unità 2 LA CELLULA E GLI ORGANISMI VIVENTI ›› 1 La cellula: la più piccola entità vivente

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SPERIMENTIAMO ›› OSSERVIAMO LA CELLULA VEGETALE

OCCORRENTE

Un microscopio ottico; vetrini portaoggetto e vetrini coprioggetto; pipette pasteur o contagocce; pinzetta; un coltello o una lametta sottile; una cipolla; una foglia di lattuga o di spinacio; acqua.

TEMPO NECESSARIO

1 h di osservazione in laboratorio (incluso il tempo di preparazione dei vetrini).

COME PROCEDERE

Togliamo alla cipolla le bucce e, utilizzando il coltello e la pinzetta, cerchiamo di incidere leggermente la foglia, in modo da staccarne la parte più esterna, ottenendo uno strato sottile, quasi trasparente; depositiamolo poi sul vetrino portaoggetto, aiutandoci con la pinzetta, e aggiungiamo una goccia d’acqua. Copriamo infine il preparato con un vetrino coprioggetto. Ripetiamo lo stesso procedimento con la foglia di insalata, cercando di prelevarne lo strato più superficiale, e depositiamo il frammento su un altro vetrino, aggiungendo anche in questo caso una goccia d’acqua. Copriamo con un vetrino coprioggetto e osserviamo al microscopio.
Guardando il preparato con la cipolla possiamo osservare la fitta trama di cellule vegetali dal contorno piuttosto regolare, dovuto alla presenza di una parete cellulare rigida. Ingrandendo opportunamente, possiamo vedere anche il nucleo.
Nel preparato realizzato con la foglia di lattuga o di spinacio, invece, sarà possibile riconoscere all’interno della cellula i cloroplasti, grazie ai quali la foglia effettua la fotosintesi clorofilliana: appaiono come piccoli organelli tondeggianti colorati di verde per la presenza della clorofilla.

    SCIENZE +     Cellule e microscopi

Poiché la cellula è molto piccola – dell’ordine di micron (μm), ossia millesimi di millimetro – e invisibile a occhio nudo, è stata “avvistata” per la prima volta solo quando è stato inventato uno strumento in grado di osservarla: il microscopio.
L’origine del microscopio (dal greco, «guardare il piccolo») risale al primo decennio del Seicento, ed è più o meno contemporanea a quella del telescopio (dal greco, «guardare lontano»). L’invenzione del telescopio ebbe però una tale risonanza che fece passare in secondo piano quella del microscopio, ed è piuttosto controverso a chi si debba attribuirne la paternità.
Molti, però, furono gli scienziati che lo adoperarono o che ne costruirono uno per studiare la natura nei minimi dettagli. Fu l’inglese Robert Hooke che nel 1665, osservando il sughero con un microscopio di sua costruzione, notò le piccole strutture da cui era composto e le chiamò cellule (in inglese cell, «cella»), per la loro somiglianza con le piccole celle abitate dai frati nei monasteri. Grazie a microscopi sempre più potenti, è oggi possibile conoscere nel dettaglio la struttura delle singole parti che costituiscono i diversi tipi di cellule.

Scienze evviva! - volume B
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La vita