Tipi di eruzione e di vulcani

 Unità 5 TERREMOTI E VULCANI ›› 2 I vulcani

TIPI DI ERUZIONE E DI VULCANI

In genere, le eruzioni vulcaniche non avvengono in modo improvviso, ma sono annunciate da scosse sismiche, con boati più o meno forti e aumento dell’emissione di gas dai crateri. Le eruzioni possono essere di due tipi: se il magma è viscoso e ricco di gas, l’eruzione è di tipo esplosivo, perché la pressione all’interno del vulcano è altissima e la fuoriuscita di materiale avviene con violenza; se invece il magma è fluido e povero di gas, l’eruzione è di tipo effusivo, meno violenta e con colate laviche. Spesso, nel corso di un’eruzione si alternano fasi esplosive che liberano i gas contenuti nel magma e successive fasi effusive.
La lava espulsa scorre a velocità diverse a seconda della sua composizione. Uno dei principali minerali in essa contenuti è la silice, che ne determina la maggiore o minore viscosità e, quindi, la velocità di scorrimento. Se la lava contiene molta silice è più viscosa e scorre lentamente; è inoltre chimicamente acida. Se ne contiene meno, è più fluida e scorre velocemente; chimicamente è basica. La composizione della lava determina anche la forma dell’edificio vulcanico. I tipi principali sono: lo stromboliano o stratovulcano, il peleano, il lineare, l’hawaiano o vulcano a scudo.

Tipo stromboliano

Il vulcano stromboliano è il classico vulcano a cono, con fianchi ripidi, come l’Etna, lo Stromboli (nella foto) o il Vesuvio. In genere le eruzioni sono moderatamente esplosive; la lava incandescente, acida, scorre lenta e si accumula intorno al cratere (per questo è detto anche stratovulcano).

Tipo lineare

Il vulcano di tipo lineare è molto frequente in Islanda (nella foto, il Eyjafjallajökull). La lava è basica, molto fluida, e fuoriesce da numerose fratture della crosta terrestre, spesso lunghe parecchi chilometri.

Tipo peleano

Dal nome del vulcano Pelée (nella foto), nell’Isola di Martinica, il vulcano peleano ha una forma a “cattedrale”, con fianchi molto ripidi. Questi vulcani sono caratterizzati da eruzioni violentissime, con possibilità di sprofondamento dell’edificio vulcanico e formazione di una depressione detta caldera. La lava è molto acida.

Tipo hawaiano

Il vulcano di tipo hawaiano è detto anche vulcano a scudo per la sua forma conica molto appiattita, con pendii lievi (nella foto, il Kilauea, sull’isola principale dell’arcipelago hawaiano). La lava è basica, molto fluida, e scorre veloce solidificandosi lontano dal cratere.

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Dopo l’eruzione la camera magmatica può restare vuota oppure riempirsi nuovamente: in base a quello che accade è possibile distinguere 3 tipologie di vulcani.


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Se la camera magmatica si riempie di nuovo e si verificano altre eruzioni in un arco di tempo limitato (all’incirca 100 anni), si dice che il vulcano è attivo. In tutto il mondo esistono oltre 600 vulcani attivi, di cui 7 si trovano in Italia.
Se la camera magmatica si riempie ma non si verificano eruzioni per molto tempo, si dice che il vulcano è quiescente: questo non significa che non possa eruttare di nuovo in qualsiasi momento.
Se, invece, dopo un’eruzione la camera magmatica non si riempie più, il magma rimasto si solidifica: si dice che il vulcano è spento o inattivo.
Quando si verifica un’eruzione esplosiva che distrugge l’intero cono vulcanico, svuotando del tutto la camera magmatica e provocandone lo sprofondamento, si forma un bacino chiamato caldera (8). Talvolta può accadere che all’interno della caldera si raccolga l’acqua piovana. In questi casi, quello che un tempo era un vulcano diventa un lago vulcanico: ne sono esempi i laghi di Bracciano, di Bolsena e di Nemi, nel Lazio.

Formazione di una caldera


1. Quando il magma risale verso la superficie, frantuma la roccia sovrastante.

2. Ricco di gas, il magma fuoriesce in maniera esplosiva, danneggiando anche la parte sommitale della camera magmatica.

3. La camera magmatica, svuotata e danneggiata, collassa su se stessa e sprofonda, dando origine alla caldera.

Scienze evviva! - volume D
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