Unità 5 TERREMOTI E VULCANI

1 I terremoti

Come avvengono i terremoti? 
Dove si verificano con maggiore frequenza? 
Come si misurano? 


Le forze endogene, cioè quelle che agiscono nelle profondità della Terra, spostano e trasformano le grandi masse rocciose che lì si trovano. Sotto l’azione di tali forze le rocce accumulano energia e dapprima si comprimono, offrendo una certa resistenza, poi iniziano a deformarsi. Quando le rocce non riescono più a resistere alle forze a cui sono sottoposte, può avvenire che si rompano: in questi casi sprigionano tutta l’energia accumulata, che si propaga alle masse rocciose circostanti. Si origina così un terremoto.

CHE COSA SONO I TERREMOTI

I terremoti o sismi sono oscillazioni o vibrazioni della crosta terrestre, dovute a fratture improvvise delle masse rocciose sottoposte all’azione delle forze endogene.
Il punto in cui il terremoto ha origine si chiama ipocentro ed è situato in profondità nel sottosuolo (1). L’epicentro è il punto più vicino sulla superficie terrestre: quello che si individua tracciando una verticale a partire dall’ipocentro. L’epicentro è il luogo di cui si sente sempre parlare quando avviene un terremoto: è lì che il sisma viene avvertito con la massima intensità.
Quando la massa rocciosa si frattura, l’energia accumulata si libera sotto forma di onde, che dall’ipocentro possono raggiungere la superficie della Terra. Tali onde, dette onde sismiche, si propagano in ogni direzione, con un’intensità che decresce a mano a mano che ci si allontana dall’ipocentro.


(1) Come avviene un terremoto
L’ipocentro è la sede sotterranea in cui si produce il movimento sismico. L’epicentro è la sede in superficie più vicina all’ipocentro e coincide con il primo punto della superficie terrestre in cui arrivano le onde sismiche. Le vibrazioni del terreno sono il risultato della propagazione delle onde sismiche.

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Le onde che si propagano dall’ipocentro sono dette onde interne (2). A seconda di quanto tempo impiegano a raggiungere l’epicentro, le onde interne si dividono in primarie (le prime ad arrivare) e secondarie. Le onde primarie (onde P), dette anche longitudinali, viaggiano a velocità comprese tra 6 e 8 km/s e provocano compressione e dilatazione delle rocce. Le onde secondarie (onde S), dette anche trasversali, sono più lente: si muovono a una velocità di circa 4 km/s e provocano una vibrazione delle rocce perpendicolare alla direzione di propagazione dell’onda.
Nel momento in cui arrivano in superficie, le onde interne, sia primarie sia secondarie, diventano onde superficiali o onde L (lunghe). Queste sono più lente (circa 3 km/s), ma capaci di raggiungere grandi distanze con effetti distruttivi. Sono di tipo ondulatorio (provocano movimenti orizzontali) e sussultorio (provocano movimenti verticali).


(2) Onde sismiche

DOVE SI VERIFICANO I TERREMOTI

La litosfera non è costituita da un blocco ininterrotto di roccia, bensì da più blocchi, chiamati placche. Le placche, inoltre, non sono ferme: si spostano, anche se di pochi centimetri all’anno, e in questo modo possono provocare delle fratture, dette faglie, che dall’interno della Terra si estendono fino alla superficie, separando blocchi di roccia in movimento lungo direzioni contrapposte. La maggior parte dei terremoti si origina proprio in corrispondenza delle faglie (3). Per esempio, in Italia, molti sismi avvengono lungo faglie originatesi in corrispondenza del confine tra la placca africana e quella euroasiatica. I terremoti non si verificano soltanto sulla crosta continentale ma anche su quella oceanica, cioè sul fondo degli oceani. Anche lì, infatti, possono essere presenti faglie. In questi casi l’energia sprigionata può creare onde che, avvicinandosi alla terraferma, diventano sempre più alte (fino a decine di metri) e si abbattono sulla costa con una forza distruttiva enorme. Queste onde prendono il nome di maremoto o tsunami.

Scienze evviva! - volume D
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La Terra