Unità 3 IL SUOLO

4 Una risorsa da preservare

Che cosa significa impoverimento del suolo? 
Che cos’è il dissesto idrogeologico? 
A cosa è dovuto l’inquinamento del suolo? 


Come abbiamo visto, il suolo non è statico e si modifica naturalmente con il passare del tempo. Perché questo accada, tuttavia, sono necessari tempi lunghissimi; al contrario, quando le trasformazioni sono dovute all’opera dell’uomo, avvengono molto più rapidamente.
Nel corso dei millenni gli esseri umani hanno modificato profondamente il suolo, rivoltando il terreno, scavando, trivellando e costruendo, trasformando così anche il paesaggio.

L’IMPOVERIMENTO DEI SUOLI

Negli ultimi decenni, l’aumento della popolazione mondiale ha determinato una richiesta sempre maggiore di aree destinate all’agricoltura intensiva (9). Questo tipo di pratica, che consiste nello sfruttare al massimo la produttività del terreno per ottenere grandi quantità di raccolto, è caratterizzato dalla monocoltura, cioè la coltivazione di un solo tipo di piante, e dall’utilizzo di prodotti chimici, che servono sia a distruggere i parassiti dannosi per le colture (pesticidi) sia a fertilizzare il suolo per aumentarne la resa (fertilizzanti chimici).
Lo sfruttamento intensivo conduce a un rapido impoverimento del suolo. Le colture, infatti, estraggono dal terreno grandi quantità di sostanze nutritive, che non riescono a essere rigenerate dai cicli naturali del suolo con la stessa velocità con cui vengono consumate, e devono essere continuamente immesse nel terreno per mezzo di fertilizzanti chimici. Le alternative a questo sistema esistono, ma consentono di ottenere minori quantità di prodotto: si tratta, per esempio, della tradizionale rotazione delle colture, che alterna la coltivazione di vari tipi di piante con esigenze nutritive diverse; e dell’agricoltura biologica, più rispettosa degli equilibri naturali, che limita o esclude l’utilizzo di sostanze chimiche e che ha una resa minore ma di migliore qualità.

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Una delle conseguenze estreme del progressivo impoverimento delle sostanze naturali del terreno è la desertificazione: il suolo, completamente privato di sostanze nutritive, si trasforma in deserto e non è più in grado di tornare a essere produttivo. Questo fenomeno può verificarsi anche in seguito al disboscamento (10), cioè al taglio di boschi e foreste per ricavare nuovi spazi, da coltivare o sui quali costruire.
Oltre alle attività umane, anche gli agenti atmosferici (vento, acqua ecc.) contribuiscono alla perdita di suolo, causandone l’erosione, in un bilancio che di anno in anno diventa più negativo: il suolo che si consuma è sempre maggiore rispetto a quello che la natura riesce a ricreare.
Diverse ricerche condotte in tutto il mondo hanno stabilito che ogni anno si perdono circa 25 miliardi di tonnellate degli strati più superficiali del suolo, quelli più ricchi di nutrienti. Soltanto in Italia, negli ultimi decenni è andato perduto circa il 7,3% del suolo (11).



(11) La perdita di suolo in Italia
Le due carte mostrano la quantità di suolo perduto in Italia negli anni ʼ50 del Novecento e oggi.

IL DISSESTO IDROGEOLOGICO

L’eccessivo sfruttamento dovuto all’agricoltura intensiva e al disboscamento, oltre che all’enorme aumento dell’urbanizzazione (costruzione di edifici, strade ecc.), contribuisce in maniera determinante a stravolgere l’equilibrio idrogeologico (legato cioè all’interazione tra acqua e terreno) del suolo, rendendolo particolarmente esposto a fenomeni di degradazione.
Sempre più spesso abbiamo notizia di allagamenti o frane di notevole entità, soprattutto in concomitanza di piogge abbondanti. La “colpa”, però, non è solo del cambiamento climatico (o almeno non principalmente). Il problema è alla base: un suolo sano, ricco di humus e di alberi, è un suolo protetto, perché le radici delle piante formano una sorta di barriera che trattiene il terreno e assorbe l’acqua piovana. 

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Al contrario, un suolo povero, privo di vita e senza alberi, è completamente inerme: non è più trattenuto e si imbeve di acqua, allagandosi o diventando sempre più pesante, con il rischio di scivolare a valle e causare una frana. 
Se i fenomeni franosi sono più frequenti nelle aree extraurbane, lo stesso non vale per le alluvioni, più comuni nelle zone urbanizzate (12). Il cemento, infatti, non è in grado di assorbire l'acqua, che si accumula soprattutto negli avvallamenti (per esempio nei sottopassaggi); inoltre, gran parte dell'acqua piovana viene convogliata nei fiumi attraverso le reti fognarie, facendoli ingrossare e talvolta straripare.

L’INQUINAMENTO DEL SUOLO

Un altro grave rischio per il suolo è rappresentato dall’inquinamento, cioè dall’alterazione della composizione naturale del terreno a causa delle attività umane.
Sono inquinanti tutte le sostanze dannose che vengono scaricate direttamente sul terreno: per esempio, i liquami degli animali e le sostanze tossiche che le industrie non smaltiscono adeguatamente. Anche i nostri rifiuti inquinano il suolo. Si calcola che ogni anno in Italia ciascun abitante produca oltre 500 kg di rifiuti, per un totale di circa 30 tonnellate, il 50-60% dei quali finisce in discarica senza essere differenziato. In particolare, materiali come plastica, alluminio, tetrapack e le componenti delle apparecchiature elettroniche, se non correttamente smaltiti, si rivelano molto nocivi per l’ambiente. Esiste poi anche l’inquinamento dovuto ai gas di scarico di industrie e veicoli, che la pioggia deposita sul terreno, o ai prodotti chimici utilizzati in agricoltura.
Una volta che queste sostanze vengono a contatto con il suolo, lo contaminano. Il terreno le trattiene, accumulandole nel tempo, e le cede a sua volta all’acqua: in questo modo, attraverso torrenti e fiumi, le sostanze inquinanti raggiungono direttamente il mare; attraverso le acque piovane, penetrano nelle profondità del sottosuolo, intaccando le falde acquifere (13).


(13) L'inquinamento del suolo

  Uso le domande guida  
  • Perché l’agricoltura intensiva impoverisce il suolo?

  • Che cos’è la desertificazione?

  • Quali sono le cause principali del dissesto idrogeologico?

  • Che cosa succede una volta che le sostanze inquinanti entrano nel terreno?

Scienze evviva! - volume D
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