L’EFFETTO CHIMICO E L’ELETTROLISI
Nelle soluzioni acquose di sali, acidi o basi sono disciolti ioni, cioè atomi dotati di carica elettrica: per questo, le soluzioni sono buoni conduttori. Immergendo in una soluzione due poli metallici collegati a un generatore, come una batteria, si verifica un passaggio di corrente elettrica nella soluzione stessa, perché il polo positivo attrae gli ioni negativi e il polo negativo quelli positivi, con conseguente produzione di un flusso di elettroni (cioè corrente elettrica).
Questo fenomeno è detto anche effetto chimico della corrente elettrica, o
elettrolisi, cioè “scioglimento per elettricità”, perché, da un punto di vista chimico, accade che
le molecole della sostanza disciolta nella soluzione si separano negli ioni dei suoi
componenti chimici; come abbiamo visto, infatti, i poli elettrici immersi attirano gli ioni con cariche opposte.
Per esempio, immergendo un elettrodo positivo e uno negativo in una soluzione acquosa di cloruro di sodio (il comune sale da cucina), questo composto si dissocia in ioni di sodio con carica elettrica positiva e ioni di cloro con carica elettrica negativa. Gli ioni sodio, positivi, sono attratti dall’elettrodo negativo, che cede loro elettroni, mentre gli ioni cloro, negativi, sono attratti dall’elettrodo positivo, a cui cedono gli elettroni in eccesso. Sull’elettrodo negativo si forma una patina di sodio e all’elettrodo positivo si liberano bollicine, perché il cloro è un gas (12).
Il fenomeno dell’elettrolisi trova molte importanti applicazioni industriali: è per esempio sfruttato per estrarre metalli da materiali particolari, per produrre le batterie (13), che sono accumulatori di corrente elettrica, o per ricoprire oggetti metallici con lamine di altri metalli.