Scienze evviva! - volume A

    SCIENZE +     Il microscopio 

Il microscopio ottico è uno strumento che ci permette di osservare oggetti di piccole dimensioni. I primi scienziati che utilizzarono e diffusero l’uso di questo strumento sono stati Antoni Van Leeuwenhoek e Robert Hooke, nel XVII secolo. Un microscopio è formato fondamentalmente da tre parti:

  • una parte di sostegno, detta stativo, che rappresenta il corpo principale dello strumento e fa da supporto ai meccanismi della messa a fuoco e alla parte ottica;
  • una parte ottica, costituita dalle lenti dell’oculare e dell’obiettivo;
  • una parte di illuminazione.

La parte ottica del microscopio, che ingrandisce l’immagine, è formata da un sistema di lenti convergenti, cioè l’oculare (vicino all’occhio) e l’obiettivo (vicino all’oggetto da osservare). L’oggetto da osservare, chiamato campione, viene messo sotto l’obiettivo, che ne fornisce un’immagine, capovolta e ingrandita. L’immagine viene riprodotta, a distanza opportuna, davanti all’oculare, che a sua volta dà un’altra immagine ingrandita e capovolta dell’oggetto rispetto all’originale. L’obiettivo, o il sistema di obiettivi, e l’oculare sono inseriti all’estremità di un tubo metallico, detto tubo ottico, appoggiato sullo stativo, che regge anche il tavolino portaoggetti, dove si pone il campione da osservare. Sotto il tavolino portaoggetti ci sono una vite che serve per lo spostamento del campione da osservare e un condensatore che serve per far convergere la luce prodotta da una lampadina incorporata nel microscopio. Di solito un microscopio è dotato di più obiettivi che consentono di ottenere ingrandimenti a scala diversa dello stesso campione. Il fattore di ingrandimento delle lenti è indicato da un numero seguito da un segno “per” (8×), e per calcolare l’ingrandimento totale del microscopio si moltiplica l’ingrandimento dell’oculare per quello dell’obiettivo. Un’altra caratteristica variabile del microscopio è il potere di risoluzione, cioè la capacità di distinguere come separati due oggetti vicini; per esempio, se un microscopio ha un potere di risoluzione di 0,2 nanometri, vuol dire che non è possibile distinguere particolari a distanza inferiore a questa. Il microscopio ottico ha una risoluzione 1000 volte maggiore di quella dell’occhio umano, che è di circa 0,2 mm.

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