L’età della Controriforma e del Manierismo – L'autore: Torquato Tasso

LABORATORIO verso l'esame

 TIPOLOGIA B  
 saggio breve  

ARGOMENTO

LA GUERRA: UNA FOLLE ESPERIENZA CHE DA SEMPRE ACCOMPAGNA L’UOMO

Sviluppa l’argomento in forma di saggio breve utilizzando i documenti forniti. Nella tua argomentazione fai riferimento a ciò che hai studiato e alle tue conoscenze.

Documento 1

La maggior parte dei greci era persuasa che la vendetta, nella forma tradizionale
della battaglia campale, fosse il modo più onorevole e vantaggioso di lavare l’insulto
fatto alla loro sovranità. La tradizione, il dovere, perfino la volontà inducevano
alla collisione ritualizzata e frontale, a incrociare le lance con il nemico per concludere
5 l’intera faccenda in fretta e con efficienza.


Victor D. Hanson, L’arte occidentale della guerra, Mondadori, Milano 1990

Documento 2

        105
        D’elmi e scudi percossi e d’aste infrante
        ne’ primi scontri un gran romor s’aggira.
        Là giacere un cavallo, e girne errante
        un altro là senza rettor si mira;
5     qui giace un guerrier morto, e qui spirante
        altri singhiozza e geme, altri sospira.
        Fera è la pugna, e quanto più si mesce
        e stringe insieme, più s’inaspra e cresce.

        106
        Salta Argante nel mezzo agile e sciolto,
10   e toglie ad un guerrier ferrata mazza;
        e rompendo lo stuol calcato e folto,
        la rota intorno e si fa larga piazza.
        E sol cerca Raimondo, e in lui sol vòlto
        ha il ferro e l’ira impetuosa e pazza,
15   e quasi avido lupo ei par che brame
        ne le viscere sue pascer la fame.

        107
        Ma duro ad impedir viengli il sentiero
        e fero intoppo, acciò che ’l corso ei tardi.
        Si trova incontra Ormanno, e con Ruggiero
20   di Balnavilla un Guido e duo Gherardi.
        Non cessa, non s’allenta, anzi è più fero
        quanto ristretto è più da que’ gagliardi,
        sì come a forza da rinchiuso loco
        se n’esce e move alte ruine il foco.

        108
25   Uccide Ormanno, piaga Guido, atterra
        Ruggiero infra gli estinti egro e languente,
        ma contra lui crescon le turbe, e ’l serra
        d’uomini e d’arme cerchio aspro e pungente.
        Mentre in virtù di lui pari la guerra
30   si mantenea fra l’una e l’altra gente,
        il buon duce Buglion chiama il fratello,
        ed a lui dice: «Or movi il tuo drapello,

        109
        e là dove battaglia è più mortale
        vattene ad investir nel lato manco».
35   Quegli si mosse, e fu lo scontro tale
        ond’egli urtò de gli nemici al fianco,
        che parve il popol d’Asia imbelle e frale,

 >> pag. 945 

        né poté sostener l’impeto franco,
        che gli ordini disperde, e co’ destrieri
40   l’insegne insieme abbatte e i cavalieri.

        110
        Da l’impeto medesmo in fuga è vòlto
        il destro corno; e non v’è alcun che faccia

        fuor ch’Argante difesa, a freno sciolto
        così il timor precipiti li caccia.
45   Egli sol ferma il passo e mostra il volto,
        né chi con mani cento e cento braccia
        cinquanta scudi insieme ed altrettante
        spade movesse, or più faria d’Argante.


Torquato Tasso, Gerusalemme liberata, VII, ott. 105-110

Documento 3

Nella guerra [alcuni uomini] trovano una realizzazione, forse perché è la cosa più
vicina all’amore a cui siano riusciti ad arrivare. Se non riconosciamo questa attrazione
che, in un certo senso, è così simile all’amore, non riusciremo mai a combatterla.


Chris Hedges, Il fascino oscuro della guerra, Laterza, Roma-Bari 2004

Documento 4

La guerra è epica per eccellenza; non perché narri di gesta eroiche, ma perché, almeno
nelle sue rappresentazioni classiche, si basa sul senso di una totalità che comprende
e trascende l’individuo e suggerisce il senso della vita quale unità in cui le lacerazioni
individuali si compongono, come i naufragi e le tempeste nella totalità del mare.
5 Anche in rotta, le schiere achee o troiane, nell’Iliade, non distruggono l’ordine e il
senso del mondo. […] La guerra non è più il volto di una totalità articolata secondo
una sua logica, come nel grande libro di von Clausewitz [Della guerra, 1832], che ne
fa lo specchio di un mondo razionalmente afferrabile. Il bell’ordine delle parate si
sconvolge nella battaglia e si ricompone, scrive Rezzori, nella simmetria delle tombe
10 e delle croci allineate nei cimiteri. La guerra diviene l’immagine più radicale della
vita intesa quale disordine, accidentalità fortuita, casualità. Nei tolstojani Racconti
di Sebastopoli o nel mirabile Segno rosso del coraggio di Stephen Crane non si capisce
nulla dei movimenti delle truppe e dei piani cui questi dovrebbero obbedire; soldati
e ufficiali vanno e vengono, si fermano per strada, interrompono il combattimento
15 per mangiare, avanzano o fuggono senza sapere dove e perché e la stessa cosa avviene
nel magistrale racconto della battaglia di Little Big Horn, in cui morì il generale
Custer, fatto da Alce Nero. In questi testi – e in molti altri simili – la battaglia assomiglia
a un corteo, in cui ci si inserisce, da cui si esce per bere un caffè o per tornare
a casa, o che si abbandona per raggiungerlo da un’altra parte attraverso una scorciatoia,
20 così come capita. La guerra non è più dominabile nella sua completezza, si
frantuma in un polverio. Anche gli scrittori che ne analizzano le cause sociali e le
manipolazioni ideologiche, ossia che afferrano razionalmente la sua origine e il suo
meccanismo, non possono rappresentarla se non come un indecifrabile sconquasso
indistinto, perché offrirne un compatto e unitario quadro epico e monumentale
25 sarebbe una falsità, non renderebbe giustizia al disorientamento e allo smarrimento
con cui gli uomini oggi vivono – e non possono non vivere – la guerra. Una delle
immagini più forti e veritiere di quest’ultima l’ha data il cinema, con le scene degli
allucinati scontri sul fiume vietnamita in Apocalypse Now. Della guerra non sembra
dunque possibile mostrare il volto intero, ma solo qualche frammento. […] Durante
30 il conflitto nel Vietnam, un anziano leader nordvietnamita, parlando una volta con
ferma e affabile malinconia alla televisione francese, disse che per gli uomini della
sua età, in quelle regioni, la vita si era quasi identificata con la guerra, combattuta
per tanti decenni; è questo, aggiungeva, il pericolo più insidioso da cui dobbiamo
guardarci, l’abitudine a considerare la guerra necessaria e inevitabile come la vita,
35 come il respiro.


Claudio Magris, Guerra. L’epopea impossibile, “Corriere della Sera”, 12 luglio 1999

 >> pag. 946 

Documento 5

        E mentre marciavi con l’anima in spalle,
        vedesti un uomo in fondo alla valle
        che aveva il tuo stesso identico umore,
        ma la divisa di un altro colore.
5     Sparagli Piero, sparagli ora
        e dopo un colpo sparagli ancora
        fino a che tu non lo vedrai esangue,
        cadere in terra a coprire il suo sangue.
        E se gli sparo in fronte o nel cuore,
10   soltanto il tempo avrà per morire
        ma il tempo a me resterà per vedere,
        vedere gli occhi di un uomo che muore.
        E mentre gli usi questa premura,
        quello si volta, ti vede, e ha paura
15   ed imbracciata l’artiglieria
        non ti ricambia la cortesia.


Fabrizio De André, La guerra di Piero, settembre 1964

Guida alla stesura

  • Dopo un’attenta lettura di tutti i documenti, fai una breve sintesi di ognuno: per i greci la guerra è un rituale normale (doc. 1); Tasso descrive la guerra in modo epico (doc. 2); la guerra esercita una grande attrazione sugli uomini (doc. 3); la guerra moderna è frammentaria (doc. 4); la guerra mette di fronte due esseri simili (doc. 5). In questo modo avrai un’idea complessiva dell’argomento da trattare.
  • Individua le parole chiave presenti in ogni doc. e collegale in una serie di temi analoghi: la guerra nel mondo classico (doc. 1); la guerra nell’età del Manierismo (doc. 2); la guerra nell’epoca moderna e contemporanea, con le sue contraddizioni (docc. 3-5).
  • Individua i punti di contatto e quelli di divergenza tra i diversi temi. Mettili a confronto, spiega come si sono sviluppati, modificati, e perché.
  • Argomenta sempre ogni tua affermazione. Per esempio, “I toni epici di Tasso ricordano quelli di Omero: infatti i poemi omerici sono una delle principali fonti di ispirazione tassiana”.

I colori della letteratura - volume 1
I colori della letteratura - volume 1
Dalle origini al Cinquecento