L’amore: sentimento e peccato

Il Trecento – L'autore: Francesco Petrarca

L’amore: sentimento e peccato

Il contrasto tra la dimensione religiosa e la tentazione amorosa è costante in Petrarca. Nonostante il poeta si sforzi di cambiare vita, non riesce ad abbandonare le tensioni sentimentali che complicano la sua condizione interiore.

Per Petrarca l’amore rappresenta un’esperienza strettamente personale: nella sua opera infatti non troviamo spiegazioni generali o teorie assolute, come invece accade in Dante, che inscrive il proprio amore per Beatrice in una dimensione religiosa (la donna-angelo).
Petrarca esprime esclusivamente il proprio intimo tormento individuale, da un lato caricando l’oggetto del desiderio, cioè Laura, delle più eccelse virtù, dall’altro denunciando le conseguenze negative che esso suscita, cioè l’infelicità, il senso del peccato, la percezione della disgregazione morale. In tal modo l’amore che egli prova finisce per essere la colpa di cui costantemente si rimprovera, sia in prima persona, sia – come nel Secretum – attraverso le parole di sant’Agostino, suo immaginario interlocutore.

È una contraddizione che esprime grande modernità. Prima di Petrarca, infatti, i poeti medievali cantavano soprattutto la donna, oggetto d’amore, senza porre l’attenzione sull’“io” soggetto d’amore. In Petrarca quello che conta davvero è invece l’effetto dell’amore su chi prova il sentimento, considerato spesso in maniera drammatica e dolorosa: lo vedremo bene a proposito del Canzoniere e delle poesie d’amore scritte per Laura.
Paradossalmente, la modernità di Petrarca nasce dalla forte dimensione etico-religiosa, in cui si sviluppano riflessioni sofferte sull’intensità della passione, su come l’assenza dell’oggetto d’amore aumenti l’intensità del desiderio, sull’accidia, vale a dire quel malessere interiore che toglie la voglia di vivere, e infine sulla difficoltà di liberarsi dal meccanismo distruttivo dell’amore.

I colori della letteratura - volume 1
I colori della letteratura - volume 1
Dalle origini al Cinquecento