Al cuore della letteratura - volume 1

Il Trecento – L'opera: Decameron

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I contenuti tematici

La novella rappresenta l'esempio forse più significativo della celebrazione, da parte di Boccaccio, dell'etica cortese. L'autore si diverte a rovesciare il topos* del "cuore mangiato" (tipico della letteratura d'amore), presente persino nella Vita nuova  di Dante ( T8, p. 261). Infatti in questa novella, elegante eppure appassionata, non è il cuore dell'amato a essere mangiato dalla dama, ma il corpo del falcone, che il protagonista Federigo, caduto in povertà, non esita a sacrificare pur di imbandire un pranzo degno della sua amata. Questa estrema generosità sarà infine premiata, non senza un grave sacrificio, dall'amore della dama stessa. Si tratta di un racconto che rende bene la fede di Boccaccio nei sentimenti più puri come fondamento di una società disinteressata e sincera.

Federigo è presentato come il tipico nobiluomo feudale. Nei confronti della donna ha un atteggiamento di reverenza e sottomissione. Di tale atteggiamento è emblematico anche un piccolo dettaglio, cioè il fatto che sia lui a servirla a tavola (il quale con somma fede le serviva, rr. 92-93), quasi un simbolo della sua "servitù d'amore". Neppure il falcone è una presenza scelta a caso dall'autore: si tratta infatti di un vero e proprio elemento costitutivo dell'identità del cavaliere medievale, in quanto rinvia a una delle attività più consuete praticate dai signori feudali, cioè la caccia. Esso dunque sottolinea la nobiltà di Federigo, che di tutto si vorrebbe privare, ma non di questa sorta di simbolo della propria condizione sociale.
La novella è di ambientazione aristocratica e aristocratici sono i valori messi in campo da Federigo: prima la noncuranza nei confronti del denaro e lo splendore nello spendere per impressionare con lo sfarzo monna Giovanna, poi la generosità insita nel sacrificare per la donna amata quanto di più caro gli è rimasto (il falcone). Eppure Boccaccio non sembra aderire pienamente a questi valori, perché, se estremizzati, possono condurre alla rovina (come è accaduto a Federigo, rimasto senza un soldo).
Coerentemente con il complessivo progetto culturale e ideologico a cui è ispirato tutto il Decameron, ciò che egli propone è una sintesi tra valori aristocratici e valori borghesi: nel caso di questa novella, tipicamente borghese è, per esempio, la cura del risparmio, che induce a non sperperare inutilmente le proprie sostanze. Per l'autore la borghesia deve apprendere le virtù della nobiltà, ma anche quest'ultima ha qualcosa da imparare dalla nuova classe emergente. Perciò possiamo dire che la conclusione della novella – miglior massaio fatto (r. 158) – rappresenta per Boccaccio la perfetta sintesi tra questi due sistemi di valori.

Le scelte stilistiche

Federigo appare, già all'epoca di Boccaccio, come un personaggio d'altri tempi e, in fondo, parole d'altri tempi sono diversi vocaboli che ricorrono nel tessuto lessicale della novella, come nobiltà (rr. 6 e 110), cortesia (rr. 1, 11 e 110), valore (rr. 70, 127 e 146), magnificenzia (r. 146) ecc. Si tratta di parole chiave che si stagliano in un racconto poco giocato sull'intreccio e molto sulla psicologia dei personaggi. Al narratore sembrano stare a cuore soprattutto questi ultimi e i mutamenti del loro animo, più che lo sviluppo degli eventi esterni. Per questo – coerentemente con l'estrazione sociale altolocata degli attori della vicenda – Boccaccio utilizza uno stile alto: oltre al lessico selezionato, troviamo un periodare ampio e a tratti solenne, in cui l'ipotassi* prevale sulla paratassi*.

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      Verso le competenze

COMPRENDERE

Riassumi la trama della novella, individuando le principali sequenze narrative.

2
La qual cosa egli meglio e con più ordine e con maggior memoria e ornato parlare che altro uom seppe fare (rr. 8-9): a quale cosa si riferisce la frase? Chi ne è il soggetto?

Perché inizialmente monna Giovanna è insensibile al corteggiamento di Federigo?

Perché alla fine della novella Federigo si ritrova ricchissimo (r.158)?

Indica se le seguenti affermazioni sono vere (V) o false (F).

a Prima di uccidere il falcone, Federigo esita e pensa a lungo, giacché gli spiace privarsi di questo animale che gli è tanto caro.

  •   V       F   
b Federigo non ha il coraggio di uccidere il falcone e quindi chiede di farlo a una fanticella.
  •   V       F   
c Quando monna Giovanna chiede a Federigo il suo falcone, l’uomo piange non tanto per la richiesta in sé, quanto perché, non avendola potuta prevedere, ha già ucciso e servito in tavola il falcone.
  •   V       F   

ANALIZZARE

6 Nella frase in opera d’arme e in cortesia pregiato sopra ogni altro donzel di Toscana (rr. 11-12), sopra ogni altro donzel di Toscana è

  •     complemento di tempo.    
  •     complemento di luogo. 
  •     complemento di paragone. 
  •     complemento di limitazione.

7 Nel periodo come che ella fosse certissima d’averlo se ’l domandasse [...] non rispondeva al figliuolo ma si stava (rr. 50-51), la frase come che ella fosse certissima d’averlo è
  •     la principale.    
  •     una subordinata temporale. 
  •     una subordinata comparativa.
  •     una subordinata concessiva.

8 Sulla scorta di quanto abbiamo scritto nella nostra analisi, evidenzia nel testo i vocaboli pertinenti all’ideologia cortese.

INTERPRETARE

Il quale, sì come il più de’ gentili uomini avviene, d’una gentil donna chiamata monna Giovanna s’innamorò (rr. 12-13); Madonna, niun danno mi ricorda mai avere ricevuto per voi ma tanto di bene che, se io mai alcuna cosa valsi, per lo vostro valore e per l’amore che portato v’ho adivenne (rr. 68-70). Prova a spiegare il senso di queste due frasi – la prima riferita a Federigo, la seconda da lui pronunciata – pensando a quanto hai appreso sullo Stilnovo.


10 
Una delle ragioni che inizialmente trattengono monna Giovanna dal chiedere a Federigo il suo falcone è il fatto che – come riflette la donna – questo falcone il mantien nel mondo (r. 48). In che senso il falcone tiene in vita Federigo?

11
E così detto, vergognosamente dentro alla sua casa la ricevette (r. 73): perché Federigo riceve monna Giovanna vergognosamente?

12
Io voglio avanti uomo che abbia bisogno di ricchezza che ricchezza che abbia bisogno d’uomo (rr. 152-154): come vanno interpretate queste parole di monna Giovanna?

13
I fratelli di Giovanna lei con tutte le sue ricchezze gli [= a Federigo] donarono (r. 156). Come nella novella di Lisabetta da Messina anche qui è la componente maschile della famiglia a decidere della sorte della donna. Esistono però anche alcune sostanziali differenze tra l’atteggiamento dei fratelli di Lisabetta e quello dei fratelli di Giovanna. Quali?

PRODURRE

14 Una volta che Giovanna rimane vedova, i fratelli insistono affinché si risposi. La condizione della vedovanza nel Medioevo era infatti considerata socialmente problematica. Svolgi una breve ricerca sul tema e scrivi un testo di circa 30 righe, provando a spiegare quali erano i pericoli a cui in quell’epoca le vedove andavano incontro.

Al cuore della letteratura - volume 1
Al cuore della letteratura - volume 1
Dalle origini al Trecento