Al cuore della letteratura - volume 1

Il Trecento – L'opera: Decameron

      Dentro il testo

I contenuti tematici

Quello realizzato da Filippo Balducci con suo figlio è un esperimento pedagogico estremo e pericoloso, seppure compiuto in buona fede, cioè a fin di bene (o, meglio, quello che Filippo ritiene il bene). Traumatizzato dalla morte dell'amata moglie, l'uomo decide di andare in eremitaggio con il bambino di due anni, crescendolo lontano dalle tentazioni mondane. Quando il ragazzo ha compiuto diciotto anni, egli pensa che tutte le preghiere, le meditazioni, le penitenze insegnategli e praticate con lui fin dall'infanzia abbiano definitivamente orientato il giovane a una vita esclusivamente spirituale, in cui non trovino spazio altri interessi, soprattutto quello per il sesso femminile. Ma il padre ha sottovalutato la forza dell'istinto naturale. Ecco che basta la vista di un gruppo di fanciulle per far crollare il sistema educativo costruito con tanto impegno.

La novelletta delle papere si colloca all'interno dell'Introduzione alla Quarta giornata come una sorta di exemplum, che diventa, da parte di Boccaccio, anche una dichiarazione di poetica, cioè l'affermazione di quelli che sono gli intenti e i criteri che guidano il suo lavoro di narratore: egli è intenzionato a rappresentare la realtà nella sua interezza e nella sua concretezza, al di là degli schemi morali astratti a cui era ancora vincolata la stragrande maggioranza dei letterati del suo tempo.

Le scelte stilistiche

Ci vogliamo soffermare su un particolare, una piccola ma sintomatica questione lessicale, di questa novella dall'andamento rapido e incalzante. Di fronte alla domanda del figlio su come si chiamino le donne, Filippo ha una trovata che ci potrà sembrare strana: chiamandole con un nome diverso dal loro (papere), ritiene di poter limitare nel ragazzo il sorgere di desideri sessuali. Per comprendere questa idea bisogna ricordare che per l'uomo medievale esiste un nesso strettissimo tra la cosa e il suo nome, e che la parola possiede un potere performante, cioè capace di modificare la realtà. Si diceva infatti: nomina sunt consequentia rerum ("i nomi sono conseguenza delle cose"). Filippo ritiene cioè che alterando il rapporto tra il significante (il nome) e il significato (ciò che il nome indica, la realtà a cui esso rimanda) sia possibile, in qualche modo, trasformare la cosa (il sesso femminile), rendendola meno pericolosa. Ma il trucchetto non funziona: la natura (vocabolo chiave dell'orizzonte ideologico boccacciano) è più forte dell'ingegno (altro vocabolo chiave nel Decameron, ma qui utilizzato in un'accezione meno positiva che altrove).

      Verso le competenze

COMPRENDERE

1 Perché Filippo Balducci ha isolato il figlio, sin da bambino, dalla realtà sociale?

2
Elenca le cose che colpiscono l’attenzione del figlio di Filippo appena giunto a Firenze.

ANALIZZARE

3 Individua nel testo degli esempi di ironia.

INTERPRETARE

4 Perché, secondo te, tra tutti gli animali Filippo sceglie proprio le papere per riferirsi alle donne?

PRODURRE

5 Educare fuori dal mondo, in un contesto completamente isolato, è stata una delle utopie della pedagogia. Secondo te è possibile? Può essere efficace? Perché? Spiegalo in un testo argomentativo di circa 30 righe.

6
Un’educazione di segno completamente opposto è quella raccontata dallo scrittore contemporaneo Nicolai Lilin nel romanzo Educazione siberiana (2009). Leggi l’estratto contenuto nel libro digitale e confrontalo con l’esperienza del figlio di Filippo. 


Al cuore della letteratura - volume 1
Al cuore della letteratura - volume 1
Dalle origini al Trecento