Il Decameron
Tra il 1349 e il 1353 Boccaccio compone la sua opera più importante, la raccolta di 100 novelle intitolata Decameron. Ne tratteremo nella seconda parte dell'Unità ( ► p. 485).
Tra il 1349 e il 1353 Boccaccio compone la sua opera più importante, la raccolta di 100 novelle intitolata Decameron. Ne tratteremo nella seconda parte dell'Unità ( ► p. 485).
Dopo il capolavoro, Boccaccio, suggestionato dal modello letterario di Petrarca, si dedicherà alla stesura di una serie di opere erudite in latino, non prima però di aver composto un testo in volgare, il Corbaccio. Sempre in volgare sarà anche il Trattatelo in laude di Dante.
Il Corbaccio (scritto intorno al 1365) è un'aspra satira contro le donne. Pare che a muovere la penna dell'autore sia stata una poco fortunata avventura amorosa vissuta intorno ai quarant'anni. Invaghitosi di una graziosa vedova, le rivela per lettera il suo ardente desiderio. La donna gli risponde lasciandogli intendere una certa disponibilità, così che lui le scrive nuovamente. Poi però lei gli preferisce un amante più giovane e più ricco. Ma non solo: giunge al punto di sbeffeggiare il povero innamorato facendone leggere le lettere al nuovo compagno. Così lo scrittore si trova pubblicamente schernito «a guisa d'uno beccone» (cioè di un uomo tradito).
All'ammirazione per Dante e per la Divina Commedia – l'aggettivo «divina» fu aggiunto proprio da Boccaccio al titolo del capolavoro dantesco per indicarne l'altissimo livello poetico – ci riporta il Trattatello in laude di Dante (composto tra il 1351 e il 1355 e poi risistemato negli ultimi anni). È un
saggio sulla vita del sommo poeta, che intende essere un risarcimento per i torti subiti dall'Alighieri da parte della sua città, l'ingrata Firenze. L'opera fornisce informazioni sul contesto storico in cui visse Dante (alcune ancora oggi di fondamentale importanza per gli studiosi) e presenta anche un ritratto fisico e morale del poeta, che – apprendiamo – non era di alta statura, aveva naso aquilino e occhi piccoli, era di carnagione scura ed era orgoglioso, ambizioso e desideroso di gloria. Dopo la vita, Boccaccio illustra le opere di Dante, con maggiore attenzione agli aspetti stilistico-retorici che ai contenuti filosofico-religiosi.
Al Trattatello vanno aggiunte – altra testimonianza del culto dantesco dello scrittore – le Esposizioni sopra la
Comedia, che raccolgono i commenti ai canti
dell'Inferno (fino al XVII) esposti da Boccaccio nelle pubbliche letture nella chiesa di Santo Stefano di Badia.
Tra le opere in latino vanno ricordate le 25 Epistole (tra le quali alcune a Petrarca e ad altri umanisti), il Buccolicum carmen (Carme bucolico: 16 egloghe a carattere allegorico, composte a partire dal 1349 e raccolte intorno al 1367) e tutta la serie delle opere erudite, che testimoniano l'imitazione, da parte di Boccaccio, del Petrarca umanista: il De casibus virorum illustrium (Le sventure degli uomini illustri: 9 libri, completati nel 1373, di biografie di personaggi famosi e infelici, da Adamo ai contemporanei), il De mulieribus claris (Le donne celebri: volume, scritto intorno al 1362, che contiene le biografie di un centinaio di illustri figure femminili), il De montibus, silvis, fontibus, lacubus, fluminibus, stagnis seu paludibus, et de nominibus maris liber (Libro sui monti, sui boschi, sulle fonti, sui laghi, sui fiumi, sugli stagni e sulle paludi e sui nomi del mare: un vasto dizionario-repertorio geografico scritto tra il 1355 e il 1373) e, infine, la Genealogia deorum gentilium (Genealogia degli dei pagani: una raccolta in 15 libri di molti miti della classicità greco-romana), considerato il più importante trattato latino di Boccaccio, che vi lavora dal 1350 fino alla morte.
La vita | Le opere | |
• Nasce a Firenze o a Certaldo (presso Firenze) | 1313 | |
• Si trasferisce a Napoli con il padre | 1327-1340 | Rime, Filocolo, Caccia di Diana, Filostrato, Teseida |
• Ritorna a Firenze | 1340 | |
• Si trasferisce a Ravenna e successivamente a Forlì
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1341-1347 | Elegia di Madonna Fiammetta |
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1341-1342 | Comedia delle ninfe fiorentine (Ninfale d'Ameto) |
1342-1343 | Amorosa visione (prima stesura) | |
1344-1346 | Ninfale fiesolano | |
• Ritorna a Firenze nel periodo della peste | 1348 | |
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1349-1353 | Decameron |
• Incontra Francesco Petrarca | 1350 | Genealogia deorum gentilium (inizio stesura, che prosegue fino alla morte) |
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1351-1355 | Trattatello in laude di Dante |
1355-1373 | De montibus, silvis, fontibus, lacubus, fluminibus, stagnis seu paludibus, et de nominibus maris liber (inizio stesura, che prosegue fino alla morte), Amorosa visione (rielaborazione) | |
• È sospettato di vicinanza a una congiura antigovernativa a Firenze, cui segue un periodo di isolamento | 1360 | |
• Si ritira a Certaldo
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1362 | De mulieribus claris |
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1365 | Corbaccio |
1367 | Buccolicum carmen (iniziato nel 1349) | |
• Muore a Certaldo | 1373 | Commento alla Commedia dantesca, De casibus virorum illustrium |
Al cuore della letteratura - volume 1
Dalle origini al Trecento