Al cuore della letteratura - volume 1

Il Trecento – L'autore: Giovanni Boccaccio

Il Decameron

Tra il 1349 e il 1353 Boccaccio compone la sua opera più importante, la raccolta di 100 novelle intitolata Decameron. Ne tratteremo nella seconda parte dell'Unità ( p. 485).

Le opere successive al Decameron

Dopo il capolavoro, Boccaccio, suggestionato dal modello letterario di Petrarca, si dedicherà alla stesura di una serie di opere erudite in latino, non prima però di aver composto un testo in volgare, il Corbaccio. Sempre in volgare sarà anche il Trattatelo in laude di Dante.

Corbaccio

Il Corbaccio (scritto intorno al 1365) è un'aspra satira contro le donne. Pare che a muovere la penna dell'autore sia stata una poco fortunata avventura amorosa vissuta intorno ai quarant'anni. Invaghitosi di una graziosa vedova, le rivela per lettera il suo ardente desiderio. La donna gli risponde lasciandogli intendere una certa disponibilità, così che lui le scrive nuovamente. Poi però lei gli preferisce un amante più giovane e più ricco. Ma non solo: giunge al punto di sbeffeggiare il povero innamorato facendone leggere le lettere al nuovo compagno. Così lo scrittore si trova pubblicamente schernito «a guisa d'uno beccone» (cioè di un uomo tradito).

Boccaccio decide perciò di scrivere quest'opera in prosa violentemente misogina. Il titolo vorrebbe dire "brutto corvo", cioè "uccellaccio del malaugurio", oppure, secondo altri, "frusta" (dallo spagnolo corbacho). A partire da un'edizione fiorentina del 1487 comparirà un sottotitolo, Laberinto d'amore. Infatti nella finzione narrativa l'autore si ritrova, in sogno, all'interno di una sorta di labirinto, costituito da un'inestricabile foresta, nella quale, trasformati in animali, si trovano a espiare la loro colpa gli uomini che si sono ubriacati alle fonti dell'amore terreno.
Qui lo scrittore incontra il marito morto della perfida vedova di cui si era innamorato, il quale gli si propone, novello Virgilio dantesco, come guida per portarlo in salvo. L'anima del defunto gli svela le astuzie, le lusinghe e i difetti della moglie, ma anche di tutte le donne in generale. Al narratore viene chiesto di rivelare quanto ha udito, cosa che egli farà con molto piacere.
Trattatello in laude di Dante ed Esposizione sopra la Comedia

All'ammirazione per Dante e per la Divina Commedia – l'aggettivo «divina» fu aggiunto proprio da Boccaccio al titolo del capolavoro dantesco per indicarne l'altissimo livello poetico – ci riporta il Trattatello in laude di Dante (composto tra il 1351 e il 1355 e poi risistemato negli ultimi anni). È un saggio sulla vita del sommo poeta, che intende essere un risarcimento per i torti subiti dall'Alighieri da parte della sua città, l'ingrata Firenze. L'opera fornisce informazioni sul contesto storico in cui visse Dante (alcune ancora oggi di fondamentale importanza per gli studiosi) e presenta anche un ritratto fisico e morale del poeta, che – apprendiamo – non era di alta statura, aveva naso aquilino e occhi piccoli, era di carnagione scura ed era orgoglioso, ambizioso e desideroso di gloria. Dopo la vita, Boccaccio illustra le opere di Dante, con maggiore attenzione agli aspetti stilistico-retorici che ai contenuti filosofico-religiosi.
Al Trattatello vanno aggiunte – altra testimonianza del culto dantesco dello scrittore – le Esposizioni sopra la Comedia, che raccolgono i commenti ai canti dell'Inferno (fino al XVII) esposti da Boccaccio nelle pubbliche letture nella chiesa di Santo Stefano di Badia.

 >> pag. 473 
Le opere latine

Tra le opere in latino vanno ricordate le 25 Epistole (tra le quali alcune a Petrarca e ad altri umanisti), il Buccolicum carmen (Carme bucolico: 16 egloghe a carattere allegorico, composte a partire dal 1349 e raccolte intorno al 1367) e tutta la serie delle opere erudite, che testimoniano l'imitazione, da parte di Boccaccio, del Petrarca umanista: il De casibus virorum illustrium (Le sventure degli uomini illustri: 9 libri, completati nel 1373, di biografie di personaggi famosi e infelici, da Adamo ai contemporanei), il De mulieribus claris (Le donne celebri: volume, scritto intorno al 1362, che contiene le biografie di un centinaio di illustri figure femminili), il De montibus, silvis, fontibus, lacubus, fluminibus, stagnis seu paludibus, et de nominibus maris liber (Libro sui monti, sui boschi, sulle fonti, sui laghi, sui fiumi, sugli stagni e sulle paludi e sui nomi del mare: un vasto dizionario-repertorio geografico scritto tra il 1355 e il 1373) e, infine, la Genealogia deorum gentilium (Genealogia degli dei pagani: una raccolta in 15 libri di molti miti della classicità greco-romana), considerato il più importante trattato latino di Boccaccio, che vi lavora dal 1350 fino alla morte.

  La vita    Le opere 
• Nasce a Firenze o a Certaldo (presso Firenze) 1313  
• Si trasferisce a Napoli con il padre 1327-1340 Rime, Filocolo, Caccia di Diana, Filostrato, Teseida
• Ritorna a Firenze 1340  
• Si trasferisce a Ravenna e successivamente a Forlì
1341-1347 Elegia di Madonna Fiammetta

1341-1342 Comedia delle ninfe fiorentine (Ninfale d'Ameto)
1342-1343 Amorosa visione (prima stesura)
1344-1346 Ninfale fiesolano
• Ritorna a Firenze nel periodo della peste 1348  

1349-1353 Decameron
• Incontra Francesco Petrarca 1350 Genealogia deorum gentilium (inizio stesura, che prosegue fino alla morte)

1351-1355 Trattatello in laude di Dante
1355-1373 De montibus, silvis, fontibus, lacubus, fluminibus, stagnis seu paludibus, et de nominibus maris liber (inizio stesura, che prosegue fino alla morte), Amorosa visione (rielaborazione)
• È sospettato di vicinanza a una congiura antigovernativa a Firenze, cui segue un periodo di isolamento 1360  
• Si ritira a Certaldo
1362 De mulieribus claris

1365 Corbaccio
1367 Buccolicum carmen (iniziato nel 1349)
• Muore a Certaldo 1373 Commento alla Commedia dantesca, De casibus virorum illustrium

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Dalle origini al Trecento