Nella quarta cornice sono gli accidiosi, cioè coloro i quali ebbero scarso amore verso le cose divine, che corrono incessantemente e ascoltano esempi di sollecitudine e di accidia punita, recitati da alcuni di loro. Vi si trova l’Angelo della sollecitudine.
Nella quinta cornice troviamo gli avari e i prodighi, che giacciono bocconi con mani e piedi legati, ascoltando esempi di liberalità e di avarizia punita, gridati da alcuni di loro. Vi si trova l’Angelo della giustizia.
Nella sesta cornice stanno i golosi, pallidi, magrissimi, tormentati da lungo digiuno. Da due alberi carichi di frutti profumati escono voci che gridano in un caso esempi di astinenza, nell’altro di intemperanza. Vi si trova l’Angelo della temperanza.
Nella settima cornice, l’ultima, in mezzo a fiamme ardenti, proclamano esempi di castità i lussuriosi. Vi si trova l’Angelo della castità.
Dalla settima cornice si passa al Paradiso terrestre, una selva verdeggiante e fiorita, luogo di ogni delizia, attraversato da due limpidi fiumi, il Lete e l’Eunoè, dove si immergono e bevono le anime, dopo aver espiato le loro colpe, prima di salire al Paradiso celeste. Il Lete cancella il ricordo del male, l’Eunoè ravviva quello del bene.