COMPRENDERE
1 Chi sono coloro che in bestiale pastura vanno mangiando erba e ghiande (rr. 31-32)?
2 Che cos’è la naturale sete che di sopra è nominata (rr. 34-35)?
ANALIZZARE
3 Quale figura retorica costituisce l’espressione non sanza misericordia (r. 31)?
4 Scrive Dante: E io adunque, che non seggio alla
beata mensa, ma, fuggito de la pastura del vulgo,
a’ piedi di coloro che seggiono ricolgo di quello
che da loro cade (rr. 35-37). In altre parole egli afferma di non essere un dotto, ma di accedere soltanto alle briciole che cadono dalla mensa dei dotti. In realtà Dante è uomo di profonda cultura e sa di esserlo. Perché dunque afferma il contrario? Sapresti dire di quale strategia retorica si tratta?
INTERPRETARE
5 Perché, secondo te, per la metafora della conoscenza Dante usa l’immagine del pane e non di un altro elemento?
PRODURRE
6 Come hai visto, il cibo è anche una grande metafora culturale. Rintraccia qualche esempio di testi creativi (racconti, romanzi, film ecc.) in cui il cibo è usato con tale funzione. Riassumili e commentali, evidenziando analogie e differenze rispetto a Dante.
La tua esperienza
7 Alla r. 34 con l’espressione veri poveri l’autore si riferisce agli ignoranti. Sei d’accordo con questa definizione, cioè che la peggiore povertà sia l’ignoranza? Ritieni che questo concetto sia valido ancora oggi? A tale proposito scrivi un testo argomentativo di circa 30 righe.