Al cuore della letteratura - volume 1

Le origini e il Duecento – L'autore: Dante Alighieri

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I contenuti tematici

Le ragioni dell’ignoranza possono essere molteplici: un impedimento fisico, la dedizione ai vizi, le occupazioni familiari e civili, la pigrizia. Dante afferma che questi ostacoli possono essere rimossi, purché vi sia la volontà di farlo. Sta solo a noi decidere di accostarci alla conoscenza della realtà, la sola esperienza che renda la nostra vita pienamente umana. L’autore si rivolge, pertanto, a chi non per colpa propria sia rimasto lontano dalla scienza, al fine di aiutarlo ad accedervi.

Le scelte stilistiche

Coerentemente con la metafora* che dà il titolo all’opera, quella del banchetto, la cultura è indicata come un cibo, il pane delli angeli, mentre gli incolti colle pecore hanno comune cibo (rr. 27-28). I sapienti, a loro volta, sono quasi fonte vivo (r. 34) dell’acqua della cultura e del sapere per coloro che ne sono privi.
L’autore afferma di raccogliere le briciole di sapere che cadono dalla mensa dei dotti, per porgerle, oltre che a sé stesso, a coloro che ne abbiano desiderio. La vivanda (r. 43) sono le pietanze, cioè le canzoni dottrinali già composte prima del disegno complessivo del Convivio, mentre il pane (r. 42) è l’accompagnamento che le rende commestibili e digeribili, cioè le prose di spiegazione e chiarificazione di quei versi che, da soli, potrebbero rimanere “indigesti”, ovvero oscuri.
Per gustare e assimilare il cibo della scienza servono denti, lingua e palato sani: detto altrimenti, bisogna possedere la giusta disposizione intellettuale e morale, senza la quale nessun concetto e nessuna nozione potrebbero essere trattenuti.

      Verso le competenze

COMPRENDERE

Chi sono coloro che in bestiale pastura vanno mangiando erba e ghiande (rr. 31-32)?


Che cos’è la naturale sete che di sopra è nominata (rr. 34-35)?

ANALIZZARE

Quale figura retorica costituisce l’espressione non sanza misericordia (r. 31)?

Scrive Dante: E io adunque, che non seggio alla beata mensa, ma, fuggito de la pastura del vulgo, a’ piedi di coloro che seggiono ricolgo di quello che da loro cade (rr. 35-37). In altre parole egli afferma di non essere un dotto, ma di accedere soltanto alle briciole che cadono dalla mensa dei dotti. In realtà Dante è uomo di profonda cultura e sa di esserlo. Perché dunque afferma il contrario? Sapresti dire di quale strategia retorica si tratta?

INTERPRETARE

Perché, secondo te, per la metafora della conoscenza Dante usa l’immagine del pane e non di un altro elemento?

PRODURRE

Come hai visto, il cibo è anche una grande metafora culturale. Rintraccia qualche esempio di testi creativi (racconti, romanzi, film ecc.) in cui il cibo è usato con tale funzione. Riassumili e commentali, evidenziando analogie e differenze rispetto a Dante.


La tua esperienza

Alla r. 34 con l’espressione veri poveri l’autore si riferisce agli ignoranti. Sei d’accordo con questa definizione, cioè che la peggiore povertà sia l’ignoranza? Ritieni che questo concetto sia valido ancora oggi? A tale proposito scrivi un testo argomentativo di circa 30 righe.


Al cuore della letteratura - volume 1
Al cuore della letteratura - volume 1
Dalle origini al Trecento