Dentro l'opera: La regina Nefertiti

DENTRO L'OPERA: La regina Nefertiti

UN PO' DI STORIA

La regina Nefertiti (1366-1338 a.C.), che regnò sugli Egizi con il marito Akhenaton, era nota per la sua bellezza: il suo nome significa infatti “la bella è arrivata”.
Akhenaton cercò di modificare la religione egizia imponendo il culto di un solo dio, Aton, e fondò anche una nuova capitale del regno, Amarna. Proprio in questa città nel 1912 fu ritrovato il busto di Nefertiti, in quello che doveva essere il laboratorio di uno scultore. L’archeologo che aveva effettuato la scoperta portò il busto a Berlino, dove è conservato tuttora nonostante le richieste di restituzione avanzate dal governo egiziano.


1340 a.C. ca., pietra calcarea ricoperta di stucco e dipinta, h 50 cm. Berlino, Musei Statali, Museo Egizio e Collezione dei Papiri

Osserva l'opera

Ci troviamo di fronte a un’immagine che potremmo definire “moderna”: le proporzioni e l’espressione del viso di Nefertiti incarnano infatti un tipo di bellezza ancora oggi riconoscibile e diffuso (tanto è vero che c’è anche chi ha sostenuto che possa trattarsi di un falso creato in epoca moderna).
La regina ha un alto copricapo blu cinto da un nastro rosso; il cobra, simbolo del potere dei faraoni, che doveva trovarsi sulla fronte è andato perduto; sul petto porta l’usekh, l’ampio collare egizio.
L’artista ricavò probabilmente i tratti del volto della regina da un calco in gesso, che seguì come modello: l’effetto è di forte somiglianza alla realtà, dato stilistico che caratterizza l’epoca di Akhenaton.


Occhio al dettaglio

È proprio sul “dettaglio” degli “occhi” che ci soffermiamo in questo caso! Uno dei due è rivestito di quarzo dipinto di nero, mentre l’altro è bianco: non si sa se perché l’opera non fu completata o se perché si trattava di un reale difetto di Nefertiti.

Artedossier in classe
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