L’avanguardia surrealista porta l’arte nel mondo dei sogni. Come il Dadaismo – da cui prende origine e dal quale eredita lo spirito ribelle e anticonformista –, il movimento spazia dalle arti visive al cinema, dal teatro alla poesia.
Punto di partenza è l’indagine dell’inconscio, dei meandri più nascosti della mente: è lì che si annida il senso delle cose, e il sogno è il mezzo per andare a cercarlo.
Un altro metodo per rivelare ciò che si nasconde sotto la realtà visibile è dare spazio al caso: le immagini surrealiste spesso si sottraggono alle regole razionali, e gli accostamenti di oggetti appaiono, appunto, casuali, o frutto di libere associazioni mentali.
Il capo e iniziatore del movimento è il poeta francese André Breton, ma al ristretto gruppo iniziale si aggiungeranno col tempo artisti molto diversi fra loro, come Max Ernst (Brühl, Germania 1891-Parigi 1976), René Magritte (Lessines, Belgio 1898-Bruxelles 1967), e Salvador Dalí (p. 386).
UN MONDO DI ENIGMI
Il gioco artistico di Magritte è spesso quello di proporre una visione ingannevole: una cosa che ne simula un’altra, o una situazione che contraddice le nostre certezze. In questo dipinto compare un quadro su un cavalletto posto davanti a una finestra; nel quadro c’è un paesaggio che continua visivamente il paesaggio reale che appare all’esterno. Magritte affronta uno dei dilemmi tipici del Surrealismo: dove finisce la finzione e dove inizia la realtà?