Dentro l'opera: Verso l'alto

DENTRO L'OPERA: Verso l’alto
Vasilij Kandinskij

UN PO' DI STORIA

Il pittore russo Vasilij Kandinskij (Mosca 1866-Neuilly-sur-Seine, Francia 1944) inizia la sua carriera a Monaco di Baviera, dove nel 1911 fonda un circolo artistico chiamato Il Cavaliere Azzurro (Der Blaue Reiter in tedesco).
Questo dipinto appartiene a una fase successiva, quando Kandinskij insegna alla scuola di architettura, arti applicate e design industriale del Bauhaus (p. 392), lavorando a stretto contatto con altri artisti europei di grande rilievo. Nel 1929, Kandinskij crea una serie di grandi volti astratti realizzati come se fossero l’unione delle tessere di un puzzle colorato.



1929, olio su cartone, 70x49 cm. Venezia, Collezione Peggy Guggenheim.



Confronta

Piero della Francesca, Proiezione ortogonale di una testa umana, disegno a penna su carta, da Piero della Francesca, De prospectiva pingendi (ca. 1475), a cura di Giusta Nicco Fasola, Firenze, Sansoni, 1942, Lib. III, cap. VIII, tav. XXXVII.

In questo celebre disegno Piero della Francesca utilizza una testa umana per illustrare il procedimento della proiezione ortogonale, che permette di riprodurre una figura tridimensionale su un piano. Per Piero la geometria – che regola questo metodo di disegno dal Rinascimento in poi – è quindi uno strumento per giungere alla raffigurazione realistica degli oggetti nello spazio. Per Kandinskij invece la geometria è qualcosa di più, è la base fondante della realtà: cerchi, quadrati, triangoli sono i “mattoni” di cui è fatto il mondo, che lui isola e combina per renderli evidenti all’osservatore. Se il cerchio serve a Piero per rappresentare la testa, per Kandinskij la testa coincide con il cerchio.

Osserva l'opera

In uno sfondo senza alcuna definizione spaziale, trattato come un immenso mare verde e turchese, il pittore realizza una composizione accostando figure geometriche semplici: semicerchi, rettangoli, triangoli, trapezi caratterizzati da delicate campiture giocate sulle sfumature del giallo, del rosa, del rosso. Nella composizione si riconoscono due parti distinte: una parte superiore e una parte inferiore. La prima è sostenuta dalla seconda, e la loro intersezione rende visibile l’idea di equilibrio perfetto.
Il concetto chiave dell’opera, come si è accennato, sembra essere quello delle tessere di un puzzle: la porzione superiore della composizione può essere interpretata come un volto di profilo (il piccolo cerchio nero nel quarto di cerchio celeste, per esempio, corrisponde all’occhio); il settore inferiore si presenta come la semplificazione e la riduzione a figure geometriche del collo e delle spalle.



Occhio al dettaglio

Nella porzione inferiore si riconosce, a destra, una “E”. Secondo alcune interpretazioni, si tratterebbe di un riferimento al titolo iniziale del dipinto: Empor, che in tedesco vuol dire “in alto”.

Artedossier in classe
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