Coetaneo e concittadino di Masaccio e Beato Angelico, Paolo (detto Uccello per la sua abilità nella raffigurazione degli animali, soprattutto gli uccelli) rappresenta il momento di passaggio tra il tardogotico e il nuovo linguaggio pittorico rinascimentale. Nelle sue composizioni convivono l’atmosfera da fiaba, irreale, di una miniatura medievale e la ricerca di una profondità prospettica che è già pienamente “moderna”.
Negli anni della maturità (1425-1430) Paolo Uccello ha l’occasione di lavorare a Venezia, con i mosaicisti intenti a decorare la Basilica di San Marco. Successivamente è attivo anche a Bologna, a Padova e a Urbino. La grande disponibilità a viaggiare degli artisti, in un tempo in cui i viaggi dovevano essere molto disagevoli, contribuisce alla diffusione di stili, idee, tecniche pittoriche in Italia e in Europa.
UNA STORICA BATTAGLIA
Il dipinto rappresenta un evento storico: una battaglia tra fiorentini e senesi avvenuta nel 1432. L’attenzione dell’artista è per la costruzione prospettica della scena, a cui contribuisce il gioco delle lunghe lance dei guerrieri. Ma c’è anche il gusto tardogotico per la decorazione e l’uso di materiali preziosi: una lamina d’argento (di cui rimangono tracce) rivestiva parte delle ricche armature e le bardature dei cavalli.