L'arte romana si ispira a quella greca, ma rispetto a quest’ultima attribuisce molta più importanza alla funzione celebrativa. A Roma, dunque, non solo gli architetti ma anche gli scultori considerano la propaganda di valori civici e di grandi imprese politiche lo scopo principale del loro lavoro. Nella scultura a tutto tondo, fin dall’epoca repubblicana (III secolo a.C.), si celebrano le virtù dei cittadini illustri, le cui immagini, di grandi dimensioni, in bronzo o marmo, vengono collocate nei luoghi pubblici; queste sculture non raffigurano gli eroi nudi e atletici dei Greci, ma personaggi che indossano ampie vesti e hanno gesti da oratori. In seguito, in epoca imperiale, sulle colonne onorarie si racconteranno invece le conquiste degli imperatori, come puoi vedere nelle pagine seguenti. Con l’arte imperiale cresce anche la ricerca di rassomiglianza e quindi l’interesse per il ritratto, privato o ufficiale. Nasce in questo periodo il busto scolpito, che indaga non solo la fisionomia, ma anche il carattere e le qualità del personaggio.
Un imperatore a cavallo
A Roma e nelle città dell’Impero si diffondono le immagini degli imperatori, ritratti in atteggiamenti solenni. La statua di Marco Aurelio è l’unico grande monumento equestre (cioè che raffigura un personaggio a cavallo) di età romana giunto fino a noi. È anche l’ultimo capolavoro in bronzo di dimensioni colossali dell’epoca antica: è alto più di 5 metri! Il gesto calmo e insieme fermo con cui Marco Aurelio stende il braccio verso le sue truppe (o forse verso il popolo acclamante) esprime il senso dell’autorità e dell’equilibrio del grande imperatore che era stato in grado di domare i Barbari nelle più lontane province dell’Impero. Anche la figura possente del cavallo, con i muscoli tesi e la gamba sollevata a suggerire il movimento, conferisce forza e solennità al monumento.