ZOOM: Un monumento all’universo

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Un monumento all’universo

Il Pantheon (dal greco "tutti gli dei"), è un grandioso edificio romano, voluto da Marco Vipsanio Agrippa, genero dell’imperatore Ottaviano Augusto e “console per la terza volta”, come indica un’iscrizione sul portico. Già nel 27 a.C. l’edificio risulta terminato, con una dedica alle sette divinità planetarie, quelle che simboleggiano i pianeti.
Nell’80 d.C. viene però danneggiato da un incendio, e sotto l’imperatore Adriano (che regna dal 117 al 138 d.C.) deve essere totalmente ricostruito; pare che in quell’occasione sia stata aggiunta la dedica ad Agrippa, e forse anche il pronao (cioè l’atrio) davanti all’ingresso. Il pronao originario aveva colonnati laterali che nascondevano il corpo dell’edificio; così, quando si entrava, si aveva un effetto di sorpresa che oggi purtroppo è svanito.
All’interno si può idealmente inscrivere una sfera, che è la forma perfetta per eccellenza. Così, per le sue linee perfette, spesso imitate nei secoli, i Romani dovettero considerare il Pantheon come una specie di monumento all’armonia dell’universo.

Opera PHANTEON
Data 118-125 d.C.
Materiale Mattoni, marmi, bronzo
Misure Altezza 43 m, diametro 43 m
Luogo Roma

Il linguaggio dell'opera

La genialità dell’ignoto architetto del Pantheon si riconosce soprattutto nella combinazione dello spazio cilindrico, sormontato da un’ampia cupola, di tradizione romana, con il pronao, l’atrio tipico del tempio greco antico.
Largo poco più di 33 metri, il portico presenta sedici colonne corinzie alte oltre 12 metri, con un fusto di raffinato granito rosa e grigio, che formano tre navate. Il corpo cilindrico, in mattoni, ha uno spessore di oltre 6 metri e un diametro di oltre 43. All’interno, l’unica fonte di luce è l’occhio, un’apertura circolare larga 9 metri, al centro della cupola a cassettoni (lacunari).

Arte Attiva 
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