L'originale scultura etrusca

L’originale scultura etrusca

Nella scultura funeraria e votiva gli Etruschi immortalano gesti di vita quotidiana e il sorriso delle divinità

La scultura etrusca ha una funzione soprattutto religiosa o funeraria. Gli scavi archeologici hanno riportato alla luce frammenti di statue che ornavano i templi e i santuari, come l’Apollo di Veio e la Chimera di Arezzo, ma soprattutto una gran varietà di urne e sarcofagi all’interno delle necropoli. I sarcofagi, in pietra o in terracotta colorata (policroma), rappresentano sul coperchio un divano con il defunto disteso su un fianco. Le figure sono curate soprattutto nei dettagli del busto e nelle fisionomie, mentre la parte inferiore del corpo appare piatta e più schematica. Anche se nell’insieme le figure risultano stilizzate, si nota una certa immediatezza dei gesti, tratti dalla vita quotidiana.
Per quanto riguarda i materiali utilizzati, oltre alla pietra gli scultori etruschi prediligono soprattutto la lavorazione dei metalli – in particolare il bronzo – e quella della terracotta, che si ottiene dalla cottura dell’argilla.

I due sposi felici

Il Sarcofago degli Sposi, rinvenuto nella necropoli della Banditaccia a Cerveteri (l’antica Caere), è il più famoso fra quelli di grandi dimensioni (1,5 x 2 m). I due sposi sono distesi sul triclinio, il tipico divano su cui si consumavano i pasti. Le figure sono stilizzate, dalla superficie liscia, e si ispirano alle sculture della Grecia arcaica, simili anche per i volti sorridenti e gli occhi a mandorla (ricordi i kouroi? Sono a pagina 59). Nessun Greco, però, avrebbe raffigurato la sposa in un atteggiamento così alla pari col marito… Il gesto protettivo e amorevole dell’uomo conferma l’alta considerazione degli Etruschi per la donna.

La lotta della Chimera

La Chimera, mostro mitico che gli Etruschi hanno ereditato dai Greci, ha il corpo e la testa di leone, la coda di serpente e una testa di capra sul dorso. La cosiddetta Chimera di Arezzo è il capolavoro dell’arte etrusca in bronzo. L’opera era destinata a un santuario della divinità Tinia, il cui nome è inciso su una zampa. La Chimera ha le fauci spalancate e le zampe anteriori distese, nella posa tipica di una bestia che si ritrae per difendersi dal nemico, il mitico eroe Bellerofonte, che era stato incaricato dal re di Licia di ucciderla.

Arte Attiva 
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