L’arte informale in Italia

L’arte informale in Italia

Superfici tagliate e sacchi rattoppati: con Fontana e Burri la tela non è più la stessa

Nel dopoguerra, i massimi esponenti in Italia dell’Arte informale sono Lucio Fontana (1899-1968) e Alberto Burri (1915-1995).
Fontana è noto per le grandi tele monocrome (cioè di un unico colore) segnate da uno o più tagli, che realizza dal 1951: sono le cosiddette Attese, che l’autore nel titolo fa precedere dalla definizione Concetto spaziale. Queste opere non sono né pittura né scultura, e rappresentano per l’artista la “fine del quadro” inteso come oggetto di arredo decorativo. A Fontana interessa ciò che va oltre il quadro, verso una rappresentazione che trova un senso nella gestualità dell’artista: il taglio rappresenta il “segno gestuale” dell’artista che fende lo spazio. Burri, invece, inizia a dipingere con materiali di fortuna in un campo di prigionia del Texas durante la Seconda guerra mondiale e poi si afferma, lasciando da parte i pennelli, con quadri costituiti da sacchi di canapa che mostrano strappi, cuciture, rattoppi, bruciacchiature, e dall’accostamento irriverente di materiali raccolti anche tra i rifiuti.

Arte Attiva 
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