Il Surrealismo: sogni, incubi e fantasie

Il Surrealismo: sogni, incubi e fantasie

Dalle libere e misteriose associazioni della psiche nascono immagini in apparenza incomprensibili

Dopo la Grande Guerra, l’ambiente culturale parigino è un fermento di iniziative e relazioni strette fra critici, intellettuali e artisti delle avanguardie. Proprio qui, nel 1924, appaiono quasi in contemporanea il Manifesto del Surrealismo scritto dal poeta André Breton e il primo numero della rivista “La Rivoluzione surrealista”. Il Surrealismo raccoglie e sviluppa l’eredità dell’arte dada e della pittura metafisica, che avevano aperto la strada all’indagine delle dimensioni sconosciute del mondo interiore, ed esplora gli angoli più nascosti della psiche, influenzato anche dalle ricerche psicoanalitiche di Freud. Il sogno, la fantasia, l’inconscio, il gioco sono i temi degli artisti surrealisti, che sperimentano tecniche e stili disparati realizzando immagini bizzarre e scene in apparenza incomprensibili, con soggetti reali inseriti in contesti irreali, o meglio, surreali.

Le tante facce del Surrealismo

Gli artisti che in Europa abbracciano il Surrealismo svolgono la propria ricerca ognuno in modo molto autonomo. Fra questi, il tedesco Max Ernst (1891-1976), che dopo aver fondato il gruppo dada di Colonia, espone nel 1925 alla prima mostra surrealista della Galerie Pierre a Parigi, dove si è trasferito nel 1922. Ernst propone narrazioni improbabili, assurde, incongruenti. Il belga René Magritte (1898-1967) fonda nel 1927 la Società del Mistero e poi, trasferitosi a Parigi, si avvicina a Breton e prende parte all’esposizione surrealista del 1928 con immagini sognanti. Lo spagnolo Juan Miró (1893-1983) produce anche collage e sperimenta litografie, incisioni e assemblaggi, mentre Salvador Dalí (1904-1989), anch’esso spagnolo, indaga e rappresenta gli aspetti più profondi e oscuri della psiche producendo opere suggestive cariche di simbolismo.

Arte Attiva 
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