Dinamismo e azioni: i futuristi

Dinamismo e azione: i futuristi

Il Futurismo, che esalta tutti gli aspetti della modernità, è la corrente artistica italiana più rivoluzionaria dell’epoca

Poco tempo dopo la nascita del Cubismo in Francia, si afferma in Italia un movimento che esprime la presa di posizione da parte di giovani artisti e intellettuali nei confronti di una società in rapido mutamento: il Futurismo. Il movimento, che coinvolge tutte le arti, dalla musica alla letteratura alle arti visive, è annunciato il 20 febbraio 1909 da un Manifesto del poeta Filippo Tommaso Marinetti, pubblicato sul quotidiano parigino “Le Figaro”, e vede la pronta adesione di giovani pittori come Umberto Boccioni (nell’immagine, in un dettaglio di un autoritratto), Carlo Carrà, Gino Severini, Giacomo Balla, trovando diffusione anche a livello internazionale. Marinetti, che parla del Futurismo come di un “enorme giocattolo inatteso”, che nessuno si aspettava dall’Italia, esorta a scegliere i temi dell’arte dal mondo del lavoro e dal paesaggio urbano che si va rapidamente sostituendo a quello rurale. Così, i futuristi fanno propri i nuovi idoli della modernità: dinamismo, azione, innovazione sociale e culturale, forza della giovinezza. Ognuno interpreta questi temi in modo personale, ma in tutte le opere futuriste linee, forme, colori e volumi rendono il senso della velocità e dell’energia ed esprimono stati d’animo quali entusiasmo ed esuberanza.

Stati d’animo “moderni”

Umberto Boccioni (1882-1916) incarna la figura dell’artista di avanguardia, promotore di iniziative culturali, acuto osservatore del mondo contemporaneo, dibattuto fra una realtà nazionale deludente e il desiderio di grandi cambiamenti. Per questo dichiara guerra alla tradizione rappresentando l’uomo a diretto contatto con la realtà moderna, che ha un ritmo dinamico grazie ai nuovi mezzi di locomozione (treni, aerei, automobili). La sua famosa serie degli Stati d’animo illustra dimensioni e luoghi emotivi tipicamente moderni.

Arte Attiva 
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