Il veneziano Jacopo Robusti (1518-1594), detto Tintoretto perché figlio di un tintore di panni di seta, deve l’enorme successo a un’energia inesauribile e a una formidabile organizzazione della sua bottega. Dipinge ritratti, favole mitologiche, grandi tele sacre. Acclamato dai contemporanei come “campione di un nuovo gusto”, si distingue per una pittura morbida, che riprende il colore di Tiziano, e per un gusto teatrale che coinvolge emotivamente il pubblico. Le sue composizioni sfruttano particolari effetti di luce e punti di vista decentrati, cioè che invitano lo sguardo a spostarsi dal centro verso altre angolazioni.
Le insolite prospettive di Tintoretto
Le insolite prospettive di Tintoretto
Sulle tele di Tintoretto lo sguardo si muove guidato dalla luce, seguendo percorsi inaspettati
La Lavanda dei piedi
Nel dipingere la Lavanda dei piedi (2,10x5,33 metri) per la Chiesa di San Marcuola a Venezia, Tintoretto ha disegnato dapprima il grandioso scenario architettonico, poi gli arredi, infine i personaggi, disposti a ventaglio. La tela è uno dei più splendidi esempi della concezione scenografica di Tintoretto: se immagini la scena senza i personaggi, ti sembrerà di trovarti su un palcoscenico di teatro. L’occhio dello spettatore si sposta su un’infinità di dettagli quotidiani e sui gruppi di discepoli che si preparano per la lavanda, e soprattutto è colpito dal sereno paesaggio lagunare azzurrino, del tutto di fantasia, decentrato a sinistra, oltre le colonne.
Arte Attiva
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