I volti e i paesaggi di Leonardo

I volti e i paesaggi di Leonardo

Figure dai tratti dolci e dal morbido incarnato sono immerse in paesaggi “velati” dalla lontananza

Leonardo ha terminato pochi dipinti e gran parte di questi sono ritratti, caratterizzati da un’intensità psicologica senza precedenti nella ritrattistica del Rinascimento, a cominciare dalla Dama con l’ermellino fino alla Gioconda, che mostra le ricerche più avanzate di Leonardo sull’intimo rapporto fra figura e paesaggio. Nella Gioconda, infatti, la profondità spaziale non è resa attraverso la prospettiva lineare quattrocentesca, ma grazie alla prospettiva aerea, che sfuma gradualmente le luci e i colori verso il fondo a imitazione degli effetti atmosferici: in questo modo i contorni si ammorbidiscono e le figure sembrano fondersi col paesaggio circostante, come accade anche nella Vergine delle rocce.

La Dama con l’ermellino

Il dipinto raffigura probabilmente Cecilia Gallerani, la cortigiana amata da Ludovico Sforza, signore di Milano: l'animale che tiene in braccio è di fantasia, ma dovrebbe sembrare un ermellino (in greco galè), per alludere al cognome della donna e all'emblema degli Sforza. Leonardo introduce qui un nuovo tipo di ritratto, “dalla vivacità desta”, come lui stesso diceva, in grado di competere con la scultura. Il fascio di luce che, in linea con l’asse del volto, illumina una spalla della dama e il corpo dell’animale suggerisce il ruotare della forma: si ha così la sensazione di poter girare attorno alla giovane che guarda lontano. La figura non è più di profilo né di fronte, com’era tradizione, ma di spalla: con la naturalezza di una posa vista nel suo svolgersi, come nella sequenza di un film.

Il sorriso della Gioconda

La Gioconda, di cui ancor oggi si discute l’identità, è celebre soprattutto per il suo sorriso: Leonardo ha creato intorno agli angoli della bocca (e degli occhi) alcune zone d’ombra che conferiscono una certa enigmaticità al volto della donna. Per rendere la prospettiva aerea Leonardo usa un colore azzurrino sempre più sfumato verso il fondo, creando un’atmosfera quasi nebbiosa.

Una grotta misteriosa

Della Vergine delle rocce esistono due versioni: una, oggi a Parigi, interamente dipinta da Leonardo nel suo soggiorno milanese, e l’altra, conservata a Londra, realizzata con l’apporto di aiuti. I due dipinti raffigurano entrambi la Vergine che spinge dolcemente san Giovannino verso il Bambino Gesù che lo benedice mentre un angelo assiste alla scena e sembra indicarlo all’osservatore. I personaggi sono disposti secondo uno schema piramidale, e sono in relazione tra loro grazie a un gioco di gesti e di sguardi. Anche qui Leonardo utilizza la prospettiva aerea, che crea una penombra densa di mistero.

CONFRONTI

Giunto a Firenze nel 1504, Raffaello resta colpito dalle opere di Leonardo, come puoi vedere nel quadro qui sotto, in cui l’artista riprende lo schema piramidale sperimentato dal pittore più anziano. Raffaello, però, disegna i contorni delle figure e il paesaggio con un segno nitido e limpido, e anche la luminosità è più diffusa e uniforme che nei dipinti di Leonardo. Le opere di Raffaello esprimono inoltre un’armonia perfetta tra figure e paesaggio.




Raffaello, Madonna col Bambino e san Giovannino, intero e particolare, 1506, olio su tavola. Vienna, Kunsthistorisches Museum.

Arte Attiva 
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