Secondo la leggenda il giovane Giotto, nato intorno al 1266, avrebbe avuto come maestro Cimabue, e presto lo avrebbe superato, rivoluzionando il tradizionale stile pittorico dell’arte medievale, fino ad allora legata alla fissità e all’astrazione bizantina. Agli inizi del Trecento, dopo aver lavorato ad Assisi, Rimini, Padova, Roma, Napoli, Giotto è ormai un artista ammirato in tutta Italia e soprattutto a Firenze, dove la sua bottega pullula di apprendisti e collaboratori. Il suo insegnamento rivoluzionario ha prodotto molti seguaci e ha cambiato le sorti della pittura, anticipando le ricerche sulla profondità dello spazio che verranno messe a punto nel Quattrocento e conferendo alle figure umane un’espressività mai raggiunta prima nell’arte medievale.
Giotto e la rivoluzione dello spazio
Giotto e la rivoluzione dello spazio
Naturalezza delle figure e profondità dello spazio: Giotto segna una svolta decisiva nella pittura italiana
Il ciclo di Assisi
Gli affreschi con le Storie di san Francesco dipinti da Giotto nella Basilica di Assisi hanno una datazione molto dibattuta: forse il maestro fiorentino ha lavorato a quest’opera fra il 1290 e il 1304, prima di concludere la Cappella degli Scrovegni a Padova (vedi alle pagine 156-160), ma non c’è niente di certo. Sicuramente, però, possiamo affermare che già in questi affreschi il grande artista toscano ha saputo realizzare scenografie nelle quali sembra quasi di poter entrare, come in un moderno film a tre dimensioni.
Arte Attiva
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