L’arte raffinata di Bisanzio

L’arte raffinata di Bisanzio

Sotto enormi cupole ricche e luminose, accanto a raffinati arredi sacri, Madonne e santi spiccano su preziosi fondi dorati

Dal 540 al 565 a.C. Giustiniano riesce a riunificare le province italiche dell’Impero: in questo breve periodo Ravenna, scelta come sede prestigiosa del potere bizantino nella penisola, diventa il centro culturalmente più avanzato. Anche quando, dopo la morte di Giustiniano, i Longobardi si stanzieranno in gran parte delle regioni italiane, la città resterà per oltre due secoli lo specchio della civiltà bizantina in Italia. Gli influssi bizantini sulla pittura e l’architettura di questo periodo sono evidenti anche a Roma e nell’Italia del Nord, e proseguiranno in epoca successiva.



Le caratteristiche dell’arte bizantina
L’arte bizantina è legata all’ideale supremo che ispirava nei primi secoli gli imperatori d’Oriente: quello di un dominio universale nel nome del Cristianesimo. Così parte da Costantinopoli e si diffonde in Italia un processo che tenta di fondere i valori del Cristianesimo con l’eredità della cultura antica. L’arte bizantina si manifesta in Italia soprattutto nei preziosi arredi delle chiese e nei mosaici ravennati, mentre a Costantinopoli dà vita anche a grandiosi edifici sacri come la Basilica di Santa Sofia. Nelle opere bizantine gli aspetti simbolici predominano sui dettagli naturalistici, come si osserva nei mosaici: gli sguardi fissi e le pose solenni sottolineano la dimensione divina dei personaggi, così come il fondo dorato evoca uno spazio idealizzato e fuori dal tempo, lontano dalla dimensione terrena; i materiali scelti sono per lo più preziosi, come l’avorio e l’oro. Ne deriva un’arte aristocratica e raffinata.

Una sedia per il vescovo

La cattedra di Massimiano appartiene alla tipologia delle sedie vescovili, sulle quali il vescovo sedeva durante le cerimonie e le visite pastorali: una tipologia che avrà ampio sviluppo in epoca romanica. L’opera di Ravenna è uno straordinario arredo in avorio, materiale che richiede una tecnica di incredibile precisione. Forse vi hanno lavorato maestri provenienti dalla Siria e da Costantinopoli, luoghi famosi per questo tipo di lavorazione.

Santa Sofia, la bella d’Oriente

Dedicata alla Sapienza (sophìa in greco) divina, Santa Sofia, “la grande chiesa”, come la chiamavano a Costantinopoli, è il più noto monumento sorto ai tempi di Costantino. La sua forma originale era quella di una basilica, con il soffitto a travi lignee, ma nel 404 d.C. fu devastata da un incendio e ricostruita da Teodosio nel 415 d.C. Anche quell’edificio andò distrutto, nel 532, a seguito della rivolta contro Giustiniano, da poco salito al trono. Quando l’imperatore riacquistò il potere, fece ricostruire la chiesa perché diventasse la più bella dell’Impero. Conosciamo i nomi dei due architetti chiamati da Giustiniano, Antemio di Tralles e Isidoro di Mileto. In cinque anni la grande Santa Sofia fu terminata e consacrata dall’imperatore. La cupola però crollò poco dopo e fu ricostruita nel 558, ancora più bella e solida, da Isidoro il Giovane. La particolarità dell’edificio, tutto rivestito di mosaici, che ispirerà anche la Basilica di San Marco a Venezia, sta proprio nella cupola, che sembra sospesa nell’aria: con un diametro di 31 metri, ha un rettangolo di base di 70 metri per 75.

La Basilica di San Vitale

Una delle caratteristiche dell’architettura bizantina è il contrasto tra la semplicità delle chiese all’esterno e la ricchezza dell’interno, spesso decorato a mosaico. Esemplare, a questo proposito, la Basilica di San Vitale a Ravenna, consacrata nel 547 sotto Giustiniano. La chiesa, rivestita in mattoni, è ottagonale e ha una cupola visibile solo all’interno, perché coperta all’esterno da un tiburio (struttura muraria ottagonale).
Una volta dentro la chiesa, l’aspetto disadorno e compatto dell’esterno lascia il posto alla leggerezza delle arcate, sviluppate su due piani, e alla luminosità e ai colori dei mosaici che un tempo rivestivano tutte le pareti e che oggi ammiriamo in particolare nella zona dell’abside (vedi alle pagine seguenti).

Arte Attiva 
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