L'arte della pietra

L’arte della pietra

Da semplici segni incisi su pietra a statuette femminili scolpite: l’uomo primitivo inizia a fare arte

Migliaia di anni fa i nostri antenati, che vivevano nelle caverne e cercavano di sopravvivere in ambienti ostili, incidevano segni geometrici su piccole pietre e ossa di animali: a Blombos, in Sudafrica, sono stati rinvenuti due frammenti di ocra rossa con motivi a zigzag incisi con una punta di selce, risalenti a 77 000 anni fa. Oggi per noi è difficile stabilire che cosa significassero quei segni, ma certamente erano il risultato di una spinta naturale dell’essere umano: la voglia di esprimere un’emozione, un sentimento, un desiderio attraverso le immagini; insomma, la voglia di manifestare la propria creatività.
Questa stessa spinta ha portato l’uomo delle caverne a rappresentare, oltre 30 000 anni fa, figure più riconoscibili ai nostri occhi: un bisonte, un cavallo, una bestia feroce o il profilo di una donna, come quelli incisi nella grotta di Cussac, che vedi qui sotto. Erano segni molto semplici, figure fatte di pochi tratti, eppure di una forza espressiva straordinaria, capace di comunicare il senso della bellezza e della vita e di emozionare anche noi, persone “moderne”.
Oltre ad aver inciso e dipinto segni e immagini sulle pareti delle caverne, l’uomo della preistoria ha anche scolpito: in tutta Europa sono venute alla luce quasi duecento statuette (cioè figure scolpite a tutto tondo), tutte femminili, e anche diversi bassorilievi.

Le figure incise di Cussac

Una scoperta avvenuta il 30 settembre del 2000 nella grotta di Cussac in Dordogna (Francia), ha portato alla luce una straordinaria serie di incisioni di animali databili all’incirca fra 25 000 e 20 000 anni fa. Si contano decine di rinoceronti, mammut, bisonti, cavalli, cervidi, uccelli e anche alcune specie di animali non ancora identificate. Le figure di Cussac sono essenziali, ma mostrano già l’idea del movimento.

La Dama col cappuccio

Nel 1894, a Brassempouy, nel sudovest della Francia, viene scoperta in una grotta una testina femminile, alta 3,6 centimetri, scolpita nell’avorio ricavato dalle zanne di un mammut. Si tratta della più antica raffigurazione a tutto tondo che si conosca di un volto umano: la capigliatura, simile a un cappuccio, presenta incisioni profonde, verticali e orizzontali, che creano una specie di reticolato. I tratti del viso, sorretto da un lungo collo, sono ben delineati (a parte la bocca), ed è questo un fatto unico nell’arte paleolitica. Quest’immagine, che ai nostri occhi appare di un’eleganza sottile, quasi una donna dei nostri giorni, è eccezionale sia per il periodo in cui fu realizzata (circa 26 000 anni fa), sia perché si distingue dalle figure femminili obese, assai più frequenti nell’arte della preistoria.

Arte Attiva 
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