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Le Cascate Vittoria

Lo Zambesi, il più grande dei fiumi che sfociano nell'Oceano Indiano e il quarto più lungo dell'Africa, a metà circa del suo corso si snoda su un vasto altopiano basaltico: qui, con un'azione iniziata milioni di anni fa, ha scavato nella roccia profonde gole e canali. Nel punto in cui il fiume, largo quasi 2 km, segna il confine tra Zambia e Zimbabwe, le acque si gettano all'improvviso in un gola larga 1700 m e alta 100, formando una delle più grandi cascate del mondo.
Quelle che in tutto il mondo sono note come Cascate Vittoria, in tonga, la lingua locale, si chiamano Mosi-oa-Tunya, letteralmente "fumo tonante", un'immagine che ben descrive l'enorme nuvola di vapore e l'assordante fragore che si sollevano dalle acque scroscianti.
Intorno alle cascate si estende un ampio tratto di foresta pluviale: è proprio l'acqua spruzzata in aria che, ricadendo su tutta l'area, garantisce la sopravvivenza di una straordinaria e lussureggiante vegetazione.
Il fiume è abitato da coccodrilli e ippopotami, e sulle sue rive si abbeverano, tre le molte altre specie animali, elefanti, antilopi, rinoceronti e facoceri. A monte delle cascate vivono 89 specie diverse di pesci, mentre sulle pareti rocciose delle sue gole nidificano molte specie di uccelli rapaci, come l'aquila nera e il falco pellegrino.


Una meraviglia protetta da due Stati

Entrambi i versanti delle cascate e le aree circostanti sono tutelati da due parchi nazionali, il Parco Nazionale Mosi-oa-Iunya in Zambia e il Parco Nazionale delle Cascate Vittoria nello Zimbabwe. Si tratta di aree protette relativamente piccole (si estendono rispettivamente per 66 e 23,5 km²), ma estremamente ricche dal punto di vista naturalistico. La principale minaccia all'ecosistema delle cascate è rappresentata dallo sfruttamento indiscriminato a fini turistici; negli ultimi decenni infatti sulle rive del fiume è sorto un numero crescente di hotel e altre strutture dedicate ai viaggiatori. Fino ai primi anni Duemila il versante più antropizzato, e quindi più minacciato, era quello dello Zimbabwe, ma l'instabilità politica e i problemi economici che hanno colpito il Paese negli ultimi anni hanno portato a una diminuzione del numero dei turisti. Ora il versante più in crescita è quello dello Zambia, con conseguenti problemi legati all'inquinamento dovuto ai mezzi di trasporto e allo smaltimento dell'ingente quantità di rifiuti prodotti dai visitatori.





Un omaggio a David Livingstone
Fu David Livingstone il primo europeo a scoprire le cascate nel 1855, e le chiamò Vittoria in onore dell’allora sovrana del Regno Unito. La statua del celebre esploratore britannico fu eretta nel 1954 sul versante occidentale delle cascate, nel territorio dello Zimbabwe.


Rinoceronti bianchi e neri
Originariamente il territorio intorno alle cascate era l’habitat dei rinoceronti neri, ormai quasi estinti in tutto lo Zambia. Quelli che si possono ammirare oggi nel Parco Nazionale Mosi-oa-Tunya sono rinoceronti bianchi “importati” dal Sudafrica nell’ambito di un piano di ripopolamento faunistico.


Arcobaleni e nubi di vapore
Durante la stagione delle piogge, da novembre ad aprile, l’enorme quantità d’acqua che si getta dalle rupi basaltiche dà origine a un gigantesco spruzzo alto dai 400 agli 800 m. Lo circonda una grande nube di vapore visibile anche da decine di chilometri di distanza, che si tinge spesso dei brillanti colori dell’arcobaleno, un effetto dovuto alla luce solare che si scompone passando nell’aria satura di particelle d’acqua.
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Geo Touring - volume 3
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