Sviluppo economico e sviluppo umano

Abbiamo visto che molte fra le politiche comunitarie sono orientate a migliorare le condizioni di vita dei cittadini e a ridurre gli squilibri fra gli Stati membri. Non si tratta solo di ricchezza, ma anche di benessere in un senso più ampio, due aspetti che sono collegati ma che non coincidono del tutto: persone che si trovano nelle medesime condizioni economiche possono vivere meglio o peggio a seconda di molti fattori, una parte dei quali dipende da come è organizzato il Paese in cui vivono. Se per misurare la ricchezza monetaria è possibile ricorrere a calcoli matematici di grandezze quantificabili, molto più complesso risulta invece misurare la qualità della vita di un individuo e quali opportunità uno Stato gli offre per condurre una vita soddisfacente; ciononostante, vedremo che gli studiosi hanno ideato sistemi che consentono di esprimere in sintesi non solo gli aspetti economici ma anche quelli più astratti, legati alle condizioni di vita.

IL REDDITO DEGLI EUROPEI

L'indicatore più comune per valutare la ricchezza di uno Stato e dei suoi cittadini è senz'altro il Prodotto Interno Lordo, o PIL, che è il valore monetario di tutti i beni e i servizi prodotti in un anno all'in-temo di un Paese, da individui, aziende, strutture pubbliche.
Se si divide questa cifra per il numero di abitanti dello Stato considerato, si ottiene il reddito pro capite, cioè la "ricchezza media" della sua popolazione, un valore che ripartisce il PIL come se ne toccasse una parte uguale a ciascuno. Il reddito pro capite è un dato importante per capire la condizione di un Paese, anche se occorre ricordare che, proprio perché è un valore medio, non dice nulla su come la ricchezza sia distribuita tra individui più o meno benestanti e tra regioni più o meno ricche e sviluppate. In generale comunque si può sottolineare che, nella graduatoria mondiale del PIL pro capite, gran parte dei Paesi europei si colloca nella metà alta della classifica. Il confronto tra il Paese europeo più ricco, il Lussemburgo, e i Paesi più poveri del mondo mostra che un cittadino lussemburghese è circa 130 volte più ricco, per esempio, di un somalo; ma il divario rimane impressionante anche confrontando il PIL di quest'ultimo con quello di un abitante di uno dei Paesi più poveri d'Europa.
Per quanto riguarda infatti le diverse condizioni che si registrano nei vari Paesi del nostro continente, osservando la carta sotto, relativa al PIL pro capite dei Paesi europei, puoi notare che esiste un gruppo di Stati dell'Europa Centro-occidentale e Settentrionale che registra valori maggiori, mentre se ci si sposta verso est il dato scende, in alcuni casi anche notevolmente.
Si può quindi affermare che il reddito prò capite è generalmente inferiore nei Paesi che nel secolo scorso hanno aderito al Patto di Varsavia o fatto parte del sistema economico guidato dall'Unione Sovietica. Molti di essi sono ormai entrati nell'Unione Europea e negli ultimi decenni hanno rilanciato la propria economia, ma risentono ancora di qualche arretratezza. Si considera d'altra parte che questi Stati abbiano un notevole potenziale di sviluppo, proprio perché una rinnovata organizzazione, infrastrutture migliori, un sistema scolastico al passo con i tempi, adeguate politiche del lavoro, e così via, possono consentire di valorizzare le loro capacità e risorse. Anche le politiche regionali per la coesione economica e sociale attuate dall'Unione Europea a favore di questi Paesi mirano a favorire uno sviluppo in queste direzioni.

LEGGI la CARTA

Quali sono i Paesi europei con il PIL pro capite più elevato? E quelli con il PIL pro capite più basso? Dove si colloca l’Italia?



L'INDICE DI SVILUPPO UMANO

Abbiamo già osservato che il PIL e il reddito pro capite di un Paese possono non essere sufficienti per capire qual è il benessere effettivo dei suoi cittadini. Quando si tratta di misurare la qualità della vita delle persone, si possono considerare moltissimi aspetti: lo stato di salute, i servizi sociali, il grado di democrazia, l'efficienza del sistema scolastico, le condizioni di lavoro, la qualità dell'ambiente naturale, il numero di associazioni e iniziative che caratterizzano la vita sociale. Esistono però due criteri che sono stati individuati come particolarmente sintetici e significativi: la durata della vita media (la longevità) e il tasso di scolarizzazione (l'istruzione). I dati relativi a questi due aspetti sono allora stati combinati con il reddito pro capite per ottenere un unico indicatore, l'ISU (Indice di Sviluppo Umano), in grado di dare una misura, per quanto parziale, della qualità della vita delle persone in una determinata area geografica. Osservando la carta sotto e confrontandola con quella del PIL europeo, puoi notare come in Europa i Paesi più ricchi siano anche quelli con un indice ISU più elevato, e come nella parte occidentale del nostro continente non sia presente nessun Paese a basso sviluppo umano; spostandosi verso l'Europa Orientale, invece, si incontrano alcuni punti critici e squilibri economici e sociali. In generale, comunque, si può dire che il livello medio di qualità della vita degli europei è buono: tutti i Paesi hanno un valore ISU compreso tra 0,955 (Norvegia) e 0,660 (Moldova), quando i Paesi più poveri del mondo (come la Repubblica Democratica del Congo e il Niger, entrambi in Africa) si attestano appena intorno allo 0,30.

LEGGI la CARTA

Quali sono i Paesi europei con l’indice ISU più alto? E quelli con l’indice ISU più basso? In quale fascia si colloca l’Italia? 


Studio e imparo

1 Che cos'è il PIL? E in che modo dal PIL si ricava il reddito pro capite?
2 Quali aspetti considera l'Indice di Sviluppo Umano?
3 Quali considerazioni generali si possono fare relativamente al PIL pro capite e all'ISU dei Paesi europei?

Geo Parole

PIL • Reddito pro capite • ISU

Geo Touring - volume 2
Geo Touring - volume 2
Gli Stati d’Europa