Noi e il fiume

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Noi e il fiume

Oggi il fiume ci appare soprattutto un luogo di svago: lo sfondo di piacevoli passeggiate cittadine, sui lungadige a Verona, i lungarno a Firenze, i lungotevere a Roma, lungo la Senna a Parigi o il Tamigi a Londra (l’elenco è interminabile...); oppure, fuori città, la meta di gite per prendere un po’ di sole, bagnarsi se si può, pedalare lungo l’alzaia (la strada che corre sull’argine) se c’è una pista ciclabile (1). In passato però i fiumi erano soprattutto utili. Il gran numero di città fluviali (2), sviluppate sulle rive o entro il meandro di un fiume, ricorda l’importanza delle vie d’acqua come “strade” di comunicazione per uomini e merci. L’acqua dei fiumi, così come quella dei torrenti e dei canali realizzati per regolarne il flusso, era inoltre la fondamentale forma di energia per l’industria. La corrente azionava infatti le ruote idrauliche e le ruote muovevano a loro volta le macine dei mulini per ridurre in farina il grano, frangere le olive, frantumare i minerali; oppure azionavano i mantici che soffiavano aria sul fuoco nelle fucine dei fabbri. L’Europa medievale era disseminata di mulini che sfruttavano l’energia idraulica e di piccoli borghi artigiani allineati lungo i corsi d’acqua. Solo nel corso dell'Ottocento, con l’impiego della macchina a vapore e la scoperta dell’elettricità, molte industrie si trasferirono in città. Costante è invece rimasta l’importanza delle acque dolci per l’irrigazione (3) dei campi in agricoltura.

Indipendentemente dalle loro funzioni, i fiumi hanno pagato e pagano un prezzo in “salute” alle attività umane: gli scarichi urbani, agricoli, industriali, non depurati o insufficientemente depurati, determinano seri problemi di inquinamento (4).


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Associa a ogni elemento evidenziato nel testo la foto e la didascalia corrispondenti, numerando i quadratini.


  • Il Lambro, affluente del Po che scorre in Lombardia, è considerato uno dei fiumi più inquinati d’Italia.

  • Una pista ciclabile lungo il fiume Mincio.

  • Verona, città fluviale sulle rive dell'Adige.

  • Campi irrigati con l’acqua del Po a Torricella, vicino a Parma.

IERI E OGGI

Questa veduta dell’Arno a Firenze dipinta dal veneziano Bernardo Bellotto a metà del Settecento ci dà l’immagine di un rapporto tra il fiume e la città molto più intenso di adesso: traffico di barche, carretti sulle rive, mulini protesi sull’acqua, pescatori, lavandaie intente al bucato. Il salto d’acqua diagonale che si vede al centro del quadro era una “pescaia”, uno sbarramento pensato per alimentare la corrente e far girar le ruote dei mulini anche in tempo di magra. Lo si vede anche oggi, dal ponte di San Niccolò e dai lungarni vicini.


Geo Touring - volume 1
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L’Italia e l’Europa