Insediamenti rurali

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Insediamenti rurali

Abbiamo visto che in Italia e in Europa il tasso di urbanizzazione è circa il 70%. Questo significa che oltre due terzi degli italiani e degli europei vivono in città, mentre poco meno di un terzo risiede in insediamenti di altro tipo, in campagna o in montagna, accentrati o sparsi.

Nelle campagne il tipo di insediamento prevalente dipende anche dalle modalità con cui nel passato era organizzata l’agricoltura.

Nella Pianura Padana, dove la proprietà terriera era gestita in modo da ottenere la massima resa, era richiesta una presenza costante e diffusa di abbondante manodopera. Ha avuto perciò grande diffusione la struttura della cascina, una grossa fattoria disposta attorno a una corte, dove vivevano numerose famiglie contadine alle dipendenze del proprietario terriero o dell’imprenditore agrario che gestiva, avendola presa in affitto, una certa porzione di terra, di solito piuttosto ampia; altra manodopera risiedeva in paesi, borghi e villaggi che punteggiavano la campagna.

Nell’Italia Centrale, invece, appezzamenti poco estesi, chiamati poderi, erano coltivati da singole famiglie contadine che abitavano in fattorie più piccole.

Nell’Italia Meridionale, infine, la diffusione del latifondo, cioè di proprietà molto vaste coltivate soprattutto a cereali, con scarsi investimenti e bassa resa, richiedeva una presenza ridotta della manodopera, se non in momenti particolari del lavoro agricolo (come il raccolto); si avevano così fattorie di medie dimensioni, dette masserie, in cui abitavano le poche famiglie contadine alle dirette dipendenze dei proprietari, e radi ma popolosi borghi rurali dove risiedevano i lavoratori stagionali.

In Europa, qualcosa di simile è accaduto in relazione ai sistemi detti dei campi aperti (open-field, in inglese) e dei campi chiusi (enclosure in inglese, bocage in francese): il primo, sviluppatosi soprattutto nelle regioni centrali e settentrionali, prevedeva campi non recintati, di forma regolare e coltivati da famiglie che abitavano in piccoli centri rurali; il secondo, tipico delle regioni atlantiche francesi, ma anche di alcune zone dell’Inghilterra e dell’Austria, contava invece sulla diffusione di piccole fattorie familiari che gestivano singoli appezzamenti chiusi da recinti (da qui il nome).


Insediamenti in montagna

Sulle montagne, sia in Italia sia in Europa, lungo le vallate e vicino ai terreni coltivati o dedicati all’allevamento, si incontrano soprattutto abitazioni singole, sparse e isolate, dotate ciascuna di una certa porzione di territorio (nella foto). I centri abitati, sorti perlopiù come mercati, luoghi di difesa o stazioni di sosta per i viaggiatori, sono di solito piccoli. In montagna però le forme dell’insediamento non dipendono solo da fattori storici, ma anche dalla morfologia del territorio e dal clima: sopra una certa quota, dove le condizioni si fanno più rigide, si trovano solo abitazioni temporanee che servono all’alpeggio, cioè allo sfruttamento estivo dei pascoli.




La cascina
Tipica forma di insediamento rurale diffusa soprattutto nella Pianura Padana, la cascina è una grossa fattoria disposta intorno a una corte dove vivevano un tempo diverse famiglie che si prendevano cura dei campi circostanti.



Il podere
Molto diffuso in Toscana, è un appezzamento di terra tradizionalmente coltivato da una sola famiglia, che risiede nel casolare.



Geo Touring - volume 1
Geo Touring - volume 1
L’Italia e l’Europa