CAPITOLO 9 – L’affermazione delle monarchie nazionali

SEZIONE B – LA TRANSIZIONE ALLA MODERNITÀ

CAPITOLO 9 – L’AFFERMAZIONE DELLE MONARCHIE NAZIONALI

1. NUOVE FORME POLITICHE VERSO LO STATO MODERNO

L’ACCENTRAMENTO DEL POTERE POLITICO

Tra la fine del Trecento e il Quattrocento, in Europa compaiono le prime tracce di quello che viene definito “Stato moderno”.

Le monarchie feudali si trasformarono gradualmente in monarchie nazionali che, con territori sempre più estesi, aggregavano popolazioni con caratteristiche linguistiche, culturali e religiose comuni.

Questo processo durò circa due secoli e, pur nelle differenze, ebbe alcuni elementi essenziali comuni:

  • l’unificazione territoriale sotto il controllo di un monarca di spazi prima frammentati;
  • la possibilità di emettere leggi valide per tutto il regno;
  • la creazione di istituzioni e strutture statali per l’amministrazione, la giustizia e il fisco;
  • la formazione di un  esercito permanente necessario al sovrano per mantenere il potere, garantire la pace nei propri territori e avere un ruolo internazionale partecipando alle molte e frequenti guerre;
  • la costituzione di un apparato diplomatico capace di tessere relazioni internazionali e di stabilire alleanze tra gli Stati;
  • un nuovo rapporto con la Chiesa, volto a sottrarle privilegi e poteri ma anche a sfruttarne l’appoggio allo scopo di rafforzare la monarchia nazionale.

All’origine di questa trasformazione vi fu la guerra, che fu una costante in tutto questo periodo: per risolvere dispute dinastiche e territoriali, per conquistare o non essere conquistati. Era la guerra che costringeva a definire i propri confini e a costruire la propria identità.

2. LA GUERRA DEI CENT’ANNI

L’ORIGINE DELLA GUERRA

La Guerra dei Cent’anni, come venne poi chiamata, fu un conflitto che oppose la monarchia inglese a quella francese per oltre un secolo, dal 1337 al 1453.

I rapporti politici fra la monarchia francese e quella inglese erano già tesi e complessi, soprattutto per via di alcuni feudi francesi in mano ai sovrani inglesi della dinastia dei Plantageneti (⇒ C3.2).

Dopo la scomparsa del re francese Filippo IV il Bello (1314), la dinastia capetingia si trovò senza un erede diretto al trono. Nonostante le pretese al trono di Edoardo III di Inghilterra, nel 1328 la corona passò a Filippo di Valois.

Edoardo (che era vassallo del re di Francia) si rifiutò di prestare omaggio feudale al nuovo re e anzi gli dichiarò guerra.

All’origine della guerra, accanto a queste motivazioni dinastiche, però c’erano anche questioni economiche legate al controllo delle Fiandre, un ricco territorio che era vassallo del re di Francia ma che aveva forti legami economici con l’Inghilterra.

LE FASI INIZIALI DEL CONFLITTO

Nei primi anni del conflitto prevalsero le truppe inglesi, che riuscirono a conquistare Calais e ad assicurarsi il controllo del canale della Manica. Determinante per le vittorie inglesi fu l’uso dell’arco lungo un’arma maneggevole che permetteva una frequenza di tiro molto maggiore delle balestre e che scagliava frecce in grado di perforare le corazze di ferro della cavalleria francese, che infatti venne sopraffatta.

Dopo una lunga interruzione del conflitto dovuta all’epidemia di peste, nel 1356 Edoardo III organizzò una nuova spedizione al di là della Manica. A Poitiers sconfisse il nuovo sovrano francese, facendolo prigioniero e chiedendo un enorme riscatto per la sua liberazione. Nel 1360, dopo queste vittorie inglesi, venne firmato il trattato di pace di Brétigny in cui Edoardo rinunciava a ogni pretesa sulla corona francese ma in cambio otteneva la sovranità (senza essere quindi più vassallo) su

un vasto territorio francese.

La seconda fase e la ripresa francese

Nel 1369 ripresero nuovamente le ostilità. Sul trono francese era salito Carlo V di Valois, che riorganizzò l’esercito e che, con una nuova strategia militare, riuscì a vincere e a recuperare gran parte dei territori che erano stati perduti negli anni precedenti. All’Inghilterra rimanevano solo Calais e Bordeaux.

La TERZA FASE DEL CONFLITTO: LA Francia divisa

All’inizio del Quattrocento la presenza sul trono di Francia di Carlo VI, che mostrava segni di squilibrio mentale, aprì un conflitto tra i due rami della famiglia reale che si contendevano il potere. Approfittando della situazione e appoggiato da una delle due fazioni, il re inglese Enrico V riprese il conflitto e vinse i francesi nella battaglia di Azincourt (1415). Nel 1420 il trattato di Troyes riconobbe il re d’Inghilterra come erede al regno di Francia.

Nel 1422 morirono Enrico V e il re francese Carlo VI e Carlo VII di Valois, rifiutando il trattato, si proclamò re di Francia. Il conflitto riprese con il paese spaccato in due: il Nord con il re inglese Enrico VI e il Sud con Carlo VII.

LA QUARTA FASE: GIOVANNA D’ARCO E LA FINE DELLA GUERRA

Le vicende della guerra furono decisive per la diffusione del senso di identità comune fra le varie regioni di Francia. A interpretare questi sentimenti fu Giovanna D’Arco, una giovane contadina analfabeta. Dicendosi ispirata da Dio, Giovanna riuscì a convincere Carlo VII a inviare soldati in difesa della città di Orléans, assediata dagli inglesi (1429). La “Pulzella d’Orléans” (come venne chiamata Giovanna) incitò il re a guidare la difesa francese e lei stessa partecipò a varie battaglie. Catturata e bruciata sul rogo come eretica, Giovanna D’Arco diede una svolta al corso della guerra ispirando la riscossa francese.

Carlo VII infatti conseguì una serie di vittorie finché agli inglesi rimase solo Calais e, nel 1453, si concluse la Guerra dei Cent’anni da cui la monarchia francese uscì rafforzata

LE FASI DELLA GUERRA DEI CENT’ANNI
  VITTORIA MOTIVO
PRIMA FASE Inghilterra Le truppe inglesi sono addestrate nell’uso dell’arco lungo, arma fondamentale per sconfiggere la cavalleria francese
SECONDA FASE Francia Carlo V riorganizza l’esercito con una nuova strategia militare
TERZA FASE Inghilterra La Francia è in difficoltà, a causa anche dei conflitti interni
QUARTA E ULTIMA FASE Francia Grazie a Giovanna d’Arco, la Francia recupera motivazioni, iniziativa miltare e, con Carlo VII, ottiene la vittoria finale

3. LE MONARCHIE NAZIONALI DI FRANCIA E INGHILTERRA

LA FRANCIA

Le vicende della Guerra dei Cent’anni finirono per favorire il percorso di costruzione di un potere monarchico di tipo nazionale. La politica di Carlo VII e dei suoi successori fu indirizzata verso il rafforzamento del potere centrale con la riorganizzazione dell’amministrazione, affidata ora

a personale direttamente dipendente dal re. Inoltre con una legge, la Prammatica sanzione, Carlo VII stabilì che spettava al re e non al papa la nomina delle autorità religiose presenti in Francia. Alla fine del secolo la Francia, dopo aver acquisito i territori della Borgogna (⇒ C8.6), aveva ormai raggiunto l’unità politica e territoriale.

L’INGHILTERRA E LA GUERRA DELLE DUE ROSE

All’indomani della Guerra dei Cent’anni anche la monarchia inglese fu scossa da un sanguinoso e lacerante conflitto dinastico che portò il paese a una guerra civile che durò 30 anni (1455-85). Si contesero la corona i Lancaster e gli York, due importanti casate nobiliari, entrambe imparentate con i Plantageneti. Dal simbolo delle due fazioni, il conflitto venne poi chiamato Guerra delle Due Rose: la rosa rossa per i Lancaster e la rosa bianca per gli York.

La guerra finì solo nel 1485, con l’incoronazione di Enrico VII Tudor, un discendente dei Lancaster che sposò una York. Iniziò così per l’Inghilterra un periodo di stabilità politica che portò a un rafforzamento del potere monarchico sotto la guida della dinastia Tudor.

Enrico VII costituì un apparato governativo, giudiziario e fiscale sotto il suo diretto controllo e intervenne nelle nomine dei vescovi per limitare il potere della Chiesa.

Inoltre, Enrico dedicò molte risorse alla creazione di una flotta destinata a fare la fortuna militare e mercantile inglese.

4. LA PENISOLA IBERICA

LA RECONQUISTA, L’ARISTOCRAZIA E LA BORGHESIA

Come abbiamo visto (⇒ C3.4), nella penisola iberica, dopo la battaglia di Las Navas de Tolosa nel 1212, solo il regno di Granada era rimasto in mano musulmana.

Il resto della penisola era governato dai regni cristiani di Portogallo, Castiglia, Aragona e Navarra.

IL PORTOGALLO

Minacciato dalla presenza del regno di Castiglia, il Portogallo aveva diretto la propria attenzione verso il mare e il commercio. Questa svolta fu realizzata dal re Giovanni I, che nel secondo decennio del Quattrocento avviò l’esplorazione delle coste africane. Suo figlio Enrico il Navigatore, appassionato della vita di mare e della navigazione, si fece promotore delle ricerche per sviluppare le tecniche navali, ponendo le basi della futura forza coloniale portoghese.

LA CASTIGLIA E L’ARAGONA E LA NASCITA DELLA MONARCHIA SPAGNOLA

La monarchia aragonese era orientata a una politica di espansione nel Mediterraneo, che aveva portato alla conquista delle isole Baleari, della Sicilia (⇒ C4.5) e della Sardegna, fino a giungere nel 1442 a impossessarsi del Regno di Napoli. In tal modo si venne a formare un’importante area commerciale in grado di competere anche con la potenza veneziana.

La Castiglia invece, per via della sua posizione continentale, era caratterizzata da ceti di tradizione agro-pastorale e feudale, con un forte apparato militare.

Alla metà del Quattrocento il regno fu attraversato da intricate lotte dinastiche, che si risolsero nel 1474 con l’attribuzione della corona a Isabella di Castiglia detta “la Cattolica”.

II matrimonio tra Isabella di Castiglia e Ferdinando II d’Aragona nel 1469 portò all’unione stabile dei due regni, alla quale si accompagnò un processo di rafforzamento del potere monarchico.

LA PERSECUZIONE DEI MORI E DEGLI EBREI

A costituire il vero cemento dell’unità spagnola furono la Chiesa e la fede cattolica. Di questo, nel 1492, furono emblematici due fatti di grande rilievo storico:

  • si concluse la Reconquista con la caduta del Regno di Granada, da questo momento gli arabi furono perseguitati, espulsi e poterono restare solo convertendosi al cattolicesimo;
  • fu decisa l’espulsione degli ebrei dal paese, che potevano evitare solo accettando di convertirsi al cristianesimo. La comunità ebraica spagnola era la più numerosa d’Europa e aveva una lunga e attiva storia nel Paese.

Il tribunale dell’Inquisizione spagnola fu implacabile nel perseguitare ebrei e arabi, anche se convertiti.

In seguito alle espulsioni e persecuzioni di arabi ed ebrei, la società spagnola si impoverì perché perse la parte più attiva che era stata in grado di dare vitalità all’economia spagnola e si pose fine alla fioritura culturale prodotta dall’incontro fra le civiltà araba, cristiana ed ebraica.

5. I REGNI DELL’EUROPA ORIENTALE

Per dinamiche politiche e per il suo diverso grado di sviluppo economico, l’Europa Orientale era molto diversa da quella occidentale. Qui non si era assistito alla crescita delle città e dei ceti borghesi e l’aristocrazia godeva ancora di un sostanziale dominio feudale sui contadini, ridotti a servi della gleba.

  • Il Regno di Polonia venne affidato a Ladislao II Jagellone, principe del Granducato di Lituania, che, dopo essersi convertito al cristianesimo, nel 1386 unificò i due regni e li difese dall’espansionismo dei  Cavalieri teutonici, sconfitti nel 1410.
  • Il Regno d’Ungheria, dopo una breve parentesi come potenza europea, fu sconfitto nel 1526 dagli ottomani e il paese venne diviso tra l’Impero asburgico e l’Impero ottomano.

L’UNIFICAZIONE DELLA RUSSIA

Il principato di Kiev, in cui si erano insediati dal IX secolo i vichinghi (denominati anche Rus, da cui il nome Russia), era diventato un centro di scambi commerciali tra il Baltico, il mondo bizantino e l’Oriente. Nel corso del XII secolo il regno si frammentò in tanti principati indipendenti, tutti però sottomessi ai mongoli, ai quali pagavano pesanti tributi. La sottomissione ai mongoli terminò nel 1480, quando il principe di Mosca Ivan III il Grande ottenne l’indipendenza facendosi riconoscere “sovrano di tutte le Russie”. Caduto l’Impero bizantino Ivan rivendicò a Mosca la difesa della fede ortodossa, alla quale i russi si erano convertiti nel X secolo. 

6. L’IMPERO OTTOMANO

L’OFFENSIVA OTTOMANA E LA CADUTA DI COSTANTINOPOLI

Come abbiamo già visto (⇒ C3.5), i turchi Selgiuchidi avevano conquistato molti territori dell’Impero bizantino, ma alla fine del XII secolo il loro esteso dominio si era frammentato in diversi enti territoriali.

In questa situazione emersero gli Ottomani, una popolazione di origine turca che, sotto la guida di Othman I (da cui presero il nome), aveva dato il via a un’importante espansione territoriale. Nel 1394, poi, gli Ottomani fecero un primo tentativo di porre sotto assedio Costantinopoli, che venne, salvata momentaneamente da Tamerlano, un sovrano mongolo che nel 1402 annientò l’esercito ottomano.

Ma scomparso Tamerlano, nel 1405, l’Impero mongolo si divise indebolendo la sua forza politica e militare. Riprese così l’espansionismo turco. E quando nel 1451 salì sul trono ottomano il sultano Maometto II, detto il Conquistatore, Costantinopoli venne nuovamente assediata e nel 1453 fu espugnata. La città fu chiamata Istanbul e divenne sede dei sultani, che ebbero il merito di essere tolleranti, non imponendo la religione e la cultura islamica ai popoli vinti.

ISTANBUL

Sotto il dominio ottomano la città fu arricchita da splendide moschee, frequentata da uomini di cultura e sempre più popolata.

IL NUOVO ASSETTO DEL MEDITERRANEO

Dopo Costantinopoli, Maometto II continuò l’espansione nei Balcani e giunse fino alle coste dell’Italia.

Una così determinante egemonia sul Mediterraneo ebbe conseguenze sulle maggiori potenze commerciali di allora: Venezia, Genova, gli Aragonesi. Venezia, per evitare i danni derivanti da continue situazioni di conflitto preferì assoggettarsi al pagamento di tributi agli ottomani. Genova, invece, orientò sempre di più i suoi interessi nell’area iberica.

ESERCIZI

1. Completa il testo.


Tra la fine del Trecento e il Quattrocento le monarchie ............................................... si trasformano gradualmente in monarchie ................................................ Questa trasformazione ha alcune caratteristiche fondamentali: il rafforzamento del ............................................... del re, la creazione di strutture statali dipendenti dal re per l’amministrazione, la ............................................... e il fisco; l’istituzione di un esercito ...............................................; la posizione subalterna della ................................................ Le monarchie nazionali si affermano soprattutto in ..............................................., Inghilterra e nella penisola ..............................................., dove alla fine del Quattrocento si completa la ................................................ Nell’Europa ............................................... si ha una diversa evoluzione, qui rimane molto forte ............................................... con i suoi privilegi feudali.

L’Impero ............................................... conclude la sua storia con la caduta di Costantinopoli, conquistata dal sultano Maometto II, che continuò poi l’espansione dell’Impero ............................................... nei ................................................

2. Colloca sulla linea del tempo i seguenti avvenimenti.


a. Caduta di Costantinopoli. 

b. Ivan il Grande diventa “sovrano di tutte le Russie”. 

c. Inizio della Guerra dei Cent’anni. 

d. Espulsione degli ebrei dalla Spagna.

e. Unione dei regni di Castiglia e d’Aragona. 

f. Fine della Guerra dei Cent’anni. 

g. Inizia la dinastia Tudor in Inghilterra.


I Saperi Fondamentali di Storia - volume 1
I Saperi Fondamentali di Storia - volume 1
Dal Medioevo all’Età moderna