CONSONANZE CONTEMPORANEE - Marco Paolini - Il racconto del

CONSONANZE CONTEMPORANEE Marco Paolini IL RACCONTO DEL VAJONT Ecco la valle della sciagura: fango, silenzio, solitudine e capire subito che tutto ciò è definitivo. Più niente da fare o da dire. Cinque paesi, migliaia di persone, ieri c erano, oggi sono terra e nessuno ha colpa: nessuno poteva prevedere. In tempi atomici si potrebbe dire che questa è una sciagura pulita, gli uomini non ci hanno messo le mani: tutto è stato fatto dalla natura che non è buona e non è cattiva, ma indifferente. E ci vogliono queste sciagure per capirlo!... Non uno di noi moscerini vivo, se davvero la natura si decidesse a muoverci guerra Un sasso è caduto in un bicchiere, l acqua è uscita sulla tovaglia. Tutto qua. Solo che il sasso era grande come una montagna, il bicchiere alto centinaia di metri, e giù sulla tovaglia, stavano migliaia di creature umane che non potevano difendersi. E non è che si sia rotto il bicchiere; non si può dar della bestia a chi l ha costruito perché il bicchiere era fatto bene, a regola d arte, testimonianza della tenacia e del coraggio umani. La diga del Vajont era ed è un capolavoro. Anche dal punto di vista estetico. Dino Buzzati, è lui lo scrittore, sul «Corriere della Sera , venerdì 11 ottobre 1963. La diga del Vajont era ed è un capolavoro. Era ed è? Come sarebbe «era ed è ? Sì, per forza! Perché la diga del Vajont non era crollata come pareva al primo momento. No, figurati! Era là, ben salda. Come ha detto Buzzati. (Marco Paolini - Gabriele Vacis, Il racconto del Vajont, Garzanti, Milano 1997) PER DISCUTERNE cazion e CIVI CA Il 10 ottobre andavo in seconda elementare. Mi sveglio. Mattina sette e mezzo. Mia mamma piange. Non avrà mica già litigato con mio papà alle sette e mezzo del mattino? Non era a casa mio papà. Mi ricordo il giornale radio: «Longarone non c è più . Longarone? Non avevamo mica parenti noi a Longar Aspetta, no, aspetta Ma certo, ero un bambino ma io Longarone me la ricordavo Eh sì che me la ricordavo: per me all epoca Longarone era una stazione sulla ferrovia delle vacanze. Perché noi andavamo in vacanza sempre nello stesso posto e quindi io le stazioni le avevo imparate a memoria. Andare in su, venir in giù, sempre la stessa strada, le stazioni le sapevo tutte Guarda, diobono, a scendere le stazioni si chiamavano: Calalzo di Cadore Tutun-tutun-tutun poi c era Sottocastello [...] Tutun-tutun-tutun Ospitale Tutun-tutun-tutun Termine Tutun-tutun-tutun Castellavazzo Tutun-tutun-tutun Longaroneeeee! Belle parole, potenti Bellissime! Eh, non sono mica mie Queste sono le parole di uno dei giornalisti più importanti della nostra Repubblica: Giorgio Bocca, su «Il Giorno , venerdì 11 ottobre 1963. Mica solo lui. Gli inviati speciali sul luogo della sciagura sono i giornalisti più importanti del paese. [...] E in mezzo a questi signori ce n è uno di Belluno, e la diga è la, sul confine tra il Veneto e il Friuli, allora per questo signore è diverso La storia, lui che è di Belluno, la sente più degli altri. E scrive, ispirato, sul suo giornale: Edu Ispirandosi alla lezione di Dario Fo, il bellunese Marco Paolini (n. 1956) ha inaugurato una fortunata esperienza di affabulatore solista e ha costruito una sorta di affresco italiano, fondendo ricordi, vicende della sua terra d origine, cronache recenti e remote. La sua opera più nota è Il racconto del Vajont (1993, in collaborazione con Gabriele Vacis), ricostruzione di una catastrofe italiana, sorta di orazione nella quale si fondono oralità, drammaturgia e passione civile. Il testo offre una rilettura critica di un terribile fatto di cronaca: il 9 ottobre 1963 straripò il lago artificiale creato dalla diga del Vajont, che sbarrava le acque dell omonimo torrente, radendo al suolo tre paesi (Longarone, Erto e Casso) e causando la morte di 1917 persone. Dai brani citati dei giornalisti Giorgio Bocca (19202011) e Dino Buzzati (1906-1972) emerge la volontà di spiegare l accaduto come qualcosa di inevitabile, imprevedibile, negando così indirettamente un eventuale responsabilità umana, che invece le inchieste finiranno con l appurare. Al di là del fatto specifico, emerge l importanza di un informazione corretta, elemento fondamentale per una società democratica. Rifletti su qual è il ruolo della stampa e dei mass media nel formare la pubblica opinione, porta esempi concreti e discutili con i compagni. 988 / IL SECONDO NOVECENTO E GLI ANNI DUEMILA

Il magnifico viaggio - volume 6
Il magnifico viaggio - volume 6
Dalla Prima guerra mondiale a oggi