CONSONANZE CONTEMPORANEE - Fabrizio De André - La guerra di

CONSONANZE CONTEMPORANEE Fabrizio De André LA GUERRA DI PIERO La demistificazione e il rifiuto della guerra su cui è incentrata la poesia di Sanguineti sono presenti anche in una celebre canzone del cantautore Fabrizio De André (1940-1999), La guerra di Piero, scritta nel 1964, che è diventata uno dei testi più emblematici del pacifismo italiano. Se pensiamo ai caduti in guerra, a molti vengono in mente allori e fanfare, i marmi e i bronzi dei monumenti omaggiati nelle cerimonie ufficiali: chi muore per la patria viene pubblicamente celebrato, per l eroismo della sua azione, per il suo contributo di sangue alla grandezza della nazione. Anche Piero è caduto in guerra, nel pieno della primavera: il suo corpo senza vita, però, riceve soltanto gli onori del grano maturo e dei papaveri che ondeggiano sgargianti tra le spighe. Davanti al suo Dormi sepolto in un campo di grano non è la rosa non è il tulipano che ti fan veglia dall ombra dei fossi, ma sono mille papaveri rossi. 5 10 «Lungo le sponde del mio torrente voglio che scendan i lucci argentati, non più i cadaveri dei soldati portati in braccio dalla corrente . Così dicevi ed era d inverno e come gli altri verso l inferno te ne vai triste come chi deve il vento ti sputa in faccia la neve. Fermati Piero, fermati adesso lascia che il vento ti passi un po addosso, 1 Dormi: il poeta si rivolge direttamente a Piero, il protagoni- sta della canzone. 3 che ti fan veglia: che ti vegliano, che vigilano sul tuo sonno. 5 mio: la parola è passata, ora, a Piero. 6 lucci argentati: il luccio è un pesce predatore d acqua dolce, dalla forma affusolata, presente in laghi e fiumi. 8 portati in braccio dalla corrente: trascinati dalla forza della corrente. 10 verso l inferno: sia, in senso figurato, l inferno della guerra, sia, in senso letterale, l oltretomba. L immagine dunque vale come te ne vai a morire in guerra . 11 triste come chi deve: perché all epoca la leva e l arruolamento dei soldati non erano volontari. 12 ti sputa in faccia: ti getta violentemente in viso, come uno sputo. cadavere non avvertiamo alcun fremito d orgoglio, bensì il penoso contrasto tra la natura in fiore e la sua giovinezza, troppo presto spezzata prima di compiersi. Una pena che diventa strazio perché le parole del cantautore fanno rivivere, in chi le ascolta, i dubbi, la paura, i pensieri semplici e umani che nascono nel cuore di un ragazzo come tanti, e che sta per morire ma non si dà un perché. Non c è gloria nell andarsene così, sembra dirci la storia di Piero. Non c è sacrificio o martirio: solo ingiustizia e insensata casualità, l esitazione del protagonista e il gesto istintivo del nemico preso dalla paura. De André canta con apparente freddezza, senza mai cedere al patetico e alla retorica: ma proprio per questo più forte esplode in chi ascolta la commozione per la sorte di Piero e la repulsione per l inciviltà di tutte le guerre. 15 dei morti in battaglia ti porti la voce, chi diede la vita ebbe in cambio una croce. Ma tu non lo udisti e il tempo passava con le stagioni a passo di giava ed arrivasti a varcar la frontiera 20 in un bel giorno di primavera. E mentre marciavi con l anima in spalle vedesti un uomo in fondo alla valle che aveva il tuo stesso identico umore ma la divisa di un altro colore. 25 Sparagli Piero, sparagli ora e dopo un colpo sparagli ancora fino a che tu non lo vedrai esangue, cadere in terra a coprire il suo sangue. 15 dei morti in battaglia ti porti la voce: possa il vento portarti la voce dei morti in battaglia, e metterti sull avviso. Il poeta invita Piero ad ascoltare la voce dei compagni morti, e a non procedere verso il massacro. 16 ebbe in cambio una croce: chi ha dato la vita in guerra non ha avuto, in cambio, niente se non la tomba. Come dire che non vale la pena morire in guerra. 18 passo di giava: passo di danza. La giava era un ballo a ritmo ternario, dai movimenti sensuali, diffuso negli anni Venti del Novecento, probabilmente ispirato alle danze tradizionali giavanesi. 21 con l anima in spalle: con tutto il peso della situazione come un carico grave da portare. 27 esangue: morto. Letteralmente vuol dire dissanguato , privo di sangue . 902 / IL SECONDO NOVECENTO E GLI ANNI DUEMILA

Il magnifico viaggio - volume 6
Il magnifico viaggio - volume 6
Dalla Prima guerra mondiale a oggi