T2 - La mancanza di richiesta di poesia

La mancanza di richiesta di poesia / T2 / Poesia in forma di rosa Questo testo, tratto dalla raccolta Poesia in forma di rosa (1964), è un documento della crisi che colpisce Pasolini nell ultima fase del suo lavoro, quando gli sembra che la sua arte sia ormai inutile e incapace di incidere in un contesto storico-sociale profondamente lontano da quello in cui si era formato e aveva cominciato a muovere i primi passi come poeta e come scrittore. / Il dramma dell esclusione / METRO Versi liberi. 5 10 15 20 25 Come uno schiavo malato, o una bestia, vagavo per un mondo che mi era assegnato in sorte, con la lentezza che hanno i mostri del fango o della polvere o della selva strisciando sulla pancia o su pinne vane per la terraferma o ali fatte di membrane C erano intorno argini, o massicciate, o forse stazioni abbandonate in fondo a città di morti con le strade e i sottopassaggi della notte alta, quando si sentono soltanto treni spaventosamente lontani, e sciacquii di scoli, nel gelo definitivo, nell ombra che non ha domani. Così, mentre mi erigevo come un verme, molle, ripugnante nella sua ingenuità, qualcosa passò nella mia anima come se in un giorno sereno si rabbuiasse il sole; sopra il dolore della bestia affannata, si collocò un altro dolore, più meschino e buio, e il mondo dei sogni si incrinò. «Nessuno ti richiede più poesia! E: « passato il tuo tempo di poeta . «Gli anni cinquanta sono finiti nel mondo! «Tu con le Ceneri di Gramsci ingiallisci, e tutto ciò che fu vita ti duole come una ferita che si riapre e dà la morte! 1 Come malato: dunque come qualcosa di inutile, che non serve a nulla. 2 che mi era in sorte: nel quale mi trovavo a vivere mio malgrado, senza averlo scelto. 7-13 C erano intorno non ha domani: in tutta questa descrizione di un notturno urbano ci sono molti elementi riconducibili alla poetica di Charles Baudelaire (1821-1867), nel senso di una sottolineatura dell ansia e del disgusto che l ambiente cittadino riesce a trasmettere. 15 nella sua ingenuità: il poeta confessa che credeva ancora, ingenuamente, di essere in grado di offrire un contributo alla società e che questa fosse in grado di apprezzarlo. 18-19 sopra il dolore della bestia affannata, si collocò un altro dolore: al dolore personale, fatto del disagio di trovarsi in un mondo che sente non appartenergli più, si aggiunge un dolore più profondo, di tipo civile, legato alla percezione della propria incapacità di incidere sul reale. 24 Tu ingiallisci: la voce interiore fa notare al poeta la sua obsolescenza, come quella della sua raccolta poetica del 1957 (Le ceneri di Gramsci), nella quale traspariva ancora la fiducia in un possibile cambiamento della società. 784 / IL SECONDO NOVECENTO E GLI ANNI DUEMILA Le parole valgono ripugnante Diciamo ripugnante una cosa che ci ripugna (dal latino repugnare, composto di re- e pugnare, combattere ), cioè che suscita in noi una reazione fisica o emotiva di forte avversione, di disgusto, di ribrezzo. Possiamo trovare ripugnante, per esempio, un odore, un insetto, ma anche uno spettacolo o un individuo. Indica quali tra questi aggettivi non sono sinonimi di ripugnante: disgustoso; nauseante; repellente; ributtante; recalcitrante; rivoltante; suffragabile; stomachevole; cagionevole.

Il magnifico viaggio - volume 6
Il magnifico viaggio - volume 6
Dalla Prima guerra mondiale a oggi